Da un rito – quello del concerto degli Smashing Pumpkins dei giorni scorsi a Milano – a un altro: quello del ricordo di Ozzy.
Billy Corgan, dopo essersi dimostrato in gran forma durante il live milanese e aver partecipato a Back to the Beginning, il concerto d’addio di Ozzy, ha voluto ricordare il leader dei Black Sabbath durante un intervento al Klein.Ally.Show su KROQ Radio.
«Essere stato lì con tutti loro è stato magico», ha raccontato Corgan ripensando a quell’evento. «È stato un concerto incredibile, un’esperienza pazzesca a cui prendere parte. Direi che è stato il più grande evento musicale di un solo giorno: davvero straordinario. Ognuno ci ha messo il cuore per trasmettere il proprio amore per Ozzy».
Corgan ha poi parlato delle condizioni di Ozzy: «Non era al 100%, ovviamente, ma non ho visto nulla, nel suo spirito, che mi facesse pensare che fosse vicino alla fine della sua vita». E si è detto d’accordo con una teoria emersa negli ultimi giorni su internet: «Parlando con la band, abbiamo quasi pensato che forse questo concerto fosse ciò che lo spingeva ad andare avanti. Forse l’idea che ci fosse un arcobaleno alla fine di questa particolare strada era ciò che gli teneva alto il morale».
«E non sto dicendo che, una volta finito, fosse finita anche la sua vita. Sto solo dicendo che forse quel concerto gli ha prolungato l’esistenza, perché gli dava qualcosa per cui lottare, un obiettivo, una ragione per impegnarsi. E per vedere quanto quel concerto, e quegli artisti, significassero per lui».
Corgan ha poi colto l’occasione per raccontare un aneddoto particolare di quel giorno: il soundcheck dei Black Sabbath con Ozzy. «Non c’era letteralmente nessuno nello stadio, tranne la sicurezza, io e una persona di un’altra band molto famosa», ha raccontato, senza rivelarne l’identità. «Stavamo assistendo al soundcheck dei Black Sabbath con Ozzy, per l’ultima volta. E Ozzy ci ha visti lì sotto, ci ha fatto il suo famoso segno di pace e ci ha sorriso».
«Quello è il momento che ricorderò per sempre, perché era un istante privato, condiviso solo da noi e la band. Sia io che l’altra persona ci siamo messi a piangere, perché non potevamo credere che quel sogno magico – questa band che ha significato così tanto nella nostra vita – stesse davvero per concludersi».












