Modeselektor: «Noi stiamo con il Leoncavallo» | Rolling Stone Italia
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Modeselektor: «Noi stiamo con il Leoncavallo»

Tra un nuovo mix 'DJ Kicks', un nuovo album e uno del trio con Apparat, i musicisti berlinesi hanno un bel da fare nei prossimi due anni. Nel mezzo, vari tour che passeranno ad agosto anche in Italia. Con i 2/3 dei Moderat abbiamo parlato di pasta al sugo e dell'importanza politica del difendere i centri sociali

Modeselektor: «Noi stiamo con il Leoncavallo»

Modeselektor. Foto di Birgit Kaulfuss

Sebastian Szary accende la videocamera interna del computer in quello che sembra un magazzino, colmo di scatole in cartone dal pavimento al soffitto, appoggiate meticolosamente su scaffali metallici. «Sì, in effetti questo è il posto dello studio in cui teniamo diverse cose, dai dischi alle varie apparecchiature» dice. Sono le 11 di mattina e per fortuna Milano e Berlino hanno lo stesso fuso orario, cosa non da poco quando si deve imbastire una videocall.

Dopo qualche minuto di chiacchiere, in cui riesco a carpire che stanno facendo un ripulisti generale «ma nel frattempo stiamo scrivendo nuova musica e bla, bla, bla», spunta anche il viso sorridente di Gernot (Bronsert). Regge in mano un caffè espresso, che sospetto essere doppio a giudicare dalle dimensioni della tazza. Dei due Modeselektor, Sebastian è sicuramente quello meno loquace, per cui appare abbastanza evidente che stesse aspettando l’arrivo del suo socio per delegargli una sostanziosa parte dell’intervista che segue.

Il loro marcatissimo accento tedesco e lo humor tagliente si palesano praticamente da subito, quando chiedo se per “nuova musica” intendono per il duo o per il progetto più famoso, i Moderat, con Sacha Ring alla voce, in arte Apparat. Tra l’altro, piccola gag, loro chiamano scherzosamente il duo “Zipparat”, come se fosse un file compresso del progetto a tre. «No, stiamo scrivendo per il duo. Non è ancora tempo per il trio» conferma Gernot. «Il trio tornerà nel 2027. Il duo nel 2026».

MEGA MEGA MEGA (DJ-Kicks)

Che poi, a voler essere precisi, i Modeselektor torneranno ben prima del 2026. I due dj e producer elettronici il 12 settembre consacreranno la loro pluriventennale carriera firmando MEGA MEGA MEGA, un mix della prestigiosa serie DJ Kicks che dal 1995 la berlinese !K7 commissiona ai più importanti deckmaster del momento. «Tra l’altro, ci è venuto totalmente naturale mettere insieme le tracce, di cui due o tre sono nostre inedite. Ci abbiamo messo un giorno. Certe cose devono venir fuori di getto». Non è propriamente un album, ma è già qualcosa, insomma.

Nel frattempo, i nostri non si perdono di certo l’occasione di mettere dischi in giro per l’Europa, a cominciare proprio dal sud Italia. Il 1 agosto sconquasseranno di basse frequenze l’Ortigia Music, a Siracusa, mentre il 29 agosto daranno una bella spolverata all’Anfiteatro Romano di Terni, al Letz Festival.

Dai sontuosi caffè espressi alle metafore culinarie sulla pasta al sugo, fino alla parola ben spesa a favore del Leoncavallo di Milano (dove suonarono un set leggendario nel dicembre ’11 per presentare quella granata che è Monkeytown) e più in generale tutti gli spazi occupati che resistono al sistema di palazzinari istituzionalizzato, la passione di questi due guru dell’elettronica per il nostro popolo non è mai stata un mistero. E la chiacchierata qui sotto non è che l’ennesima prova.

Che effetto fa ricevere la richiesta di compilare un DJ Kicks?
Gernot: Pazzesco. È una cosa che ti succede una volta nella vita, se sei un musicista e DJ in attività. Non ci era mai capitato ma era questione di tempo. Per fortuna ce l’hanno chiesto in un buon momento, quindi l’abbiamo completato in un tempo anche veloce. A volte questo tipo di cose ti vengono naturalmente e rapidamente, per fortuna è stato questo il caso. Perché altre volte invece mettere insieme playlist e pensarci continuamente sopra è doloroso. È stato spontaneo e divertente.

Aiuta molto il fatto che siete sempre in cerca di tracce, avete sempre una buona selezione a disposizione.
G: Sì, sempre. Se ci pensi troppo poi viene qualcosa di macchinoso e devi rifare tutto da capo. Noi abbiamo spento il cervello e fatto andare le orecchie, stavamo nitidamente sentendo il momento e la musica. È anche stato figo lavorare con tutto il team della !K7 di Berlino. Sono persone molto appassionate in ciò che fanno, specie per la serie DJ Kicks. Ora faremo un piccolo tour anche per questo e c’è una bella energia nell’aria.

Qual è il vostro DJ Kicks preferito?
G: Bella domanda. Qual è il tuo?

Bella domanda. Diciamo che i miei preferiti sono forse quello di Tiga del 2002 e quello di Kode9 del 2010.
G: Molto belli. Ce ne sono tantissimi, è difficile scegliere. Però mi ricordo del primo che ho comprato, quello di Carl Craig.

Ah, il secondo!
G: Non era il primo?

No, il primo è di CJ Bolland, nel ’95.
Ah ecco! Poi, vabbè, c’è quello di Kruder & Dorfmeister. Mi è piaciuto molto anche quello di Laurel Halo.

Insomma, senti un po’ di responsabilità in mezzo a tutti questi nomi, no?
G: Sì, un po’ di pressione la senti. Però stavo ascoltando alcuni DJ Kicks fatti da cari amici, come Marcel Dettmann o Jackmaster, e sentivo…

A questo punto della videochiamata, il mio cane abbaia fortissimo

Vi chiedo scusa, ho un bassotto a cui piace molto abbaiare.
G: Ah, il mio invece non abbaia mai. Comunque, ti dicevo: quando ascoltavo DJ Kicks di persone che conosco ho sentito chiaramente che stavano pensandoci troppo su. È naturale che vuoi renderlo speciale, memorabile, con le migliori combinazioni tra brani. Noi abbiamo deciso di suonare molta musica nuova, musica anche nostra inedita, ma anche tracce vecchie che non appartengono al mondo dei DJ. È finita che il pezzo più vecchio è del 2008. Potevamo usare pezzi di 30 anni fa ma non abbiamo voluto. C’è dentro roba anche che viene da Beirut e da etichette indipendenti molto piccole.

Beh, di base hai appena descritto l’essenza dei Modeselektor.
G: Hai ragione [ride]. Abbiamo fatto così tanti mix nella nostra vita che ormai sappiamo la regola d’oro: non bisogna pensarci troppo su. Abbiamo fatto mix importanti per Resident Advisor, dei BBC Essential Mix. Ma questa è la madre di tutti i mix. Doveva venire in modo spontaneo, perché alla fine l’arte del DJing si riduce a questo. E ci è venuto al primo tentativo. Tu cucini, vero? Voglio dire, sei italiano.

Modeselektor@Leoncavallo

Certo!
G: Ecco. Sicuramente cucini un’ottima [in italiano] pasta al pomodoro. L’hai cucinata migliaia di volte nella tua vita. Gli ingredienti sono sempre gli stessi: basilico, salsa, aglio, olio buono. A volte però la gente che l’assaggia ti dice: “WOW! È la tua migliore di sempre”, altre invece dicono “Sì, dai, era OK”. Solo quando hai finito di cucinarla sai dentro di te se ti è venuta bene o no. Ecco, quando abbiamo finito il mix abbiamo sentito la stessa cosa. È venuto come volevamo. Poi viene la seconda fase, cioè il licensing delle tracce.

Quindi, sostanzialmente, chiedere il permesso alle label per usare le varie tracce.
G: Esatto. Gente come Ricardo [Villalobos] o DJ Koze hanno messo una decina di tracce e basta. Noi invece ne abbiamo usate molte. Non so quante, ma in un’oretta ne abbiamo usate tante. Per fortuna ci hanno dato tutti l’OK, anche perché come dicevo sono anche tante piccole etichette. I guai arrivano quando devi trattare con le major.

Ho sentito che comunque l’avete definito “musica per passeggiare il cane”, che significa?
Szary: Gassi music! [ride] Sì, perché porti fuori il cane per un’oretta e ti ascolti il mix camminando. Nello slang tedesco c’è proprio una parola per definire il portare fuori il cane, ed è “Gassi”.

Gernot: Il fatto è che non volevamo un mix costantemente al picco del crescendo, una roba che fosse sempre al massimo. Ci sono molti momenti di “calma”, quindi puoi ascoltarlo in macchina, a casa o quando porti a pisciare il cane.

Sapete qual è il mio sogno? Sentirvi di nuovo al Leoncavallo. Quella data del dicembre 2011 è stata una delle più belle della mia vita.
G: Ah, figo! Esiste ancora?

È proprio quello il punto: ogni mese notificano lo sfratto e per impedirlo ci riuniamo lì e di base balliamo. Ci sono concerti, DJ set, dalle 9 di mattina in poi.
G: Eh, sono cose che capitano anche a Berlino. Però penso che in Italia la situazione sia più…

Fascista?
G: Direi fascista in maniera diversa rispetto alla Germania. I fascisti italiani e quelli tedeschi sono di base uguali, ma da noi gli squat che hanno sgomberato sono andati, ma quelli che ancora esistono hanno la possibilità di rendersi indipendenti e quindi legali. Questo non penso sia molto comune invece da voi. Il governo cambia davvero spesso in Italia e la sinistra sta arrancando.

Modeselektor live in Budapest (2012)

Io direi piuttosto che non esiste più.
G: Già. E forse ogni governo è peggio del precedente. Vengono tante persone a questi party contro gli sgomberi?

Beh, diciamo che qualche migliaio di persone c’è sempre, per fortuna. Dalle 9 di mattina in poi. Durano tutto il giorno.
G: Noi verremmo molto volentieri, anche di giorno. L’ultima volta che ne abbiamo organizzato uno di giorno era in strada, nel posto da cui veniamo appena fuori Berlino. Abbiamo tirato su un sound system, suonato solo vinili e sono venute tantissime persone. Il tutto, gratuito. A volte è importante organizzare eventi esclusivamente per la comunità. Poi, ovvio, la polizia è arrivata. Ma noi avevamo il permesso. E ovviamente i vicini si sono lamentati, ma il party non si è fermato. Ci saranno state più di mille persone. È stato magicamente spontaneo. Mi rendo conto che la polizia in Italia si sarebbe comportata in modo diverso.

Sì, qui vengono e manganellano tutti.
G: Proprio per questo penso che sia importante continuare imperterriti a fare quello che fate, per esempio al Leoncavallo. Quando non ti arrendi e resisti, alla fine ottieni ciò che vuoi. Sappiate lì a Milano che vi supportiamo e siamo sempre dalla parte del Leoncavallo e di tutti i centri sociali.

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