Quindici anni dopo i fatti, è stata riaperta l’indagine sul suicidio di Krisztina Rády. La donna, ex moglie di Bertrand Cantat dei Noir Désir, era stata trovata impiccata nella sua casa di Bordeaux il 10 gennaio 2010.
Nel 2010 Cantat era in libertà condizionale, uscito di prigione dopo la condanna a otto anni (di cui quattro scontati in carcere) per l’omicidio della compagna e attrice Marie Trintignant avvenuto nel 2003 mentre si trovavano a Vilnius, in Lituania. Il cantante la aveva ammazzata di botte. Cantat era tornato a vivere con la ex moglie. Non erano state trovate tracce di percosse sul corpo di Rády e le indagini fatte all’epoca e di nuovo 2018 non avevano portato a conclusioni diverse da quelle del suicidio.
La serie Netflix Da rockstar ad assassino: il caso Cantat che parla sia dell’omicidio di Trintignant, sia del suicidio di Rády ha fornito secondo la procura di Bordeaux lo spunto per riaprire le indagini contenendo «diverse affermazioni e testimonianze» non riportate in precedenza.
L’ipotesi, come suggerisce il documentario Netflix, è che Rády fosse vittima di violenza fisica e psicologica da parte del cantante e che quindi il suicidio sia stato in qualche modo indotto o istigato. «Ieri ho rischiato di lasciarci un dente», dice Rády in un messaggio ai genitori riportato nella miniserie. «Ho il gomito tumefatto e una cartilagine rotta, ma non importa finché ne posso parlare».
Secondo la cantante Lio, amica di Trintignant e intervistata nella serie, si sapeva che Cantat era violento. Nel corso del processo per la morte di Trintignant, Rády era stata sentita, ma aveva negato che Cantat fosse stato violento con lei.








