La storia dietro ‘Real American’, la canzone che ha definito l’America di Hulk Hogan | Rolling Stone Italia
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La storia dietro ‘Real American’, la canzone che ha definito l’America di Hulk Hogan

Sono coinvolti Cyndi Lauper, Vince McMahon e il musicista Rick Derringer. L'idea era scrivere «la canzone più patriottica di sempre», ma non era stata pensata per l'Hulkmania

Hulk Hogan

Hulk Hogan

Foto: Paul Kane/Getty Images

Un’attenzione spasmodica per il corpo e un patriottismo fuori dal comune. Il self-made man, l’eroe americano per eccellenza. La storia di Terrence Gene Bollea nel wrestling professionistico, sotto il nome di Hulk Hogan, è una storia a stelle e strisce.

Hogan, venuto a mancare ieri all’età di 71 anni, è stato l’atleta che ha portato il wrestling a un altro livello. Dalla prima faida con André the Giant, alla parentesi giapponese con Antonio Inoki, fino alla celebre Hulkmania: la febbre che trasformò la WWF (poi WWE) di Vince McMahon in una straordinaria macchina da intrattenimento (e soldi). Hogan è stato un pioniere del wrestling televisivo, il primo a capire che il wrestler doveva diventare, prima di tutto, un brand di sé stesso.

Per farlo, Hogan ha trovato la via forse più efficace: diventare l’eroe americano. La bandana, la canotta da strappare, la bandiera americana da sventolare in faccia ai rivali della patria, come l’avversario iraniano Iron Sheik. E quel suo look – a metà tra un culturista e un harleysta – con quel baffo biondo a manubrio. A Hogan – che a inizio carriera entrava in scena con Eye of the Tiger dei Survivor (vista la sua partecipazione in Rocky III) – mancava però solo una cosa: una canzone che parlasse di lui, dell’America.

La scelta della canzone d’entrata di Hulk Hogan, quindi, non poteva che ricadere su Real American, brano che negli anni sarebbe diventato parte del canzoniere patriottico statunitense. Non tutti sanno, però, che quella canzone non era stata pensata per lui.

FULL MATCH: Iron Sheik vs. Hulk Hogan | WWE Title Match: WWE at MSG, Jan. 23, 1984

Rick Derringer, ex membro dei McCoys e già autore di brani di successo come Rock and Roll, Hoochie Koo e Hang On Sloopy, decise di scrivere «la canzone più patriottica di sempre». Si mise così a comporre con un altro musicista, Bernard Kenny (che presterà la sua voce al brano), e dopo poche ore la canzone era pronta. «L’abbiamo scritta, poi suonata, e ci ha fatto piangere. Sapevamo di aver fatto un gran lavoro, di aver scritto una hit», ricorderà in seguito il musicista. Siamo nel 1984, e il wrestling americano sta ottenendo i primi grandi riscontri a livello nazionale: è l’era del Rock ‘n’ Wrestling. D’altra parte, anche la neonata MTV sta andando fortissimo. Cyndi Lauper, in alta rotazione sull’emittente musicale, inizia a flirtare con il mondo del wrestling, partecipando anche a diversi episodi dell’allora WWF e portando il wrestler Lou Albano nel video di Girls Just Wanna Have Fun.

In quel periodo, David Wolff, fidanzato e manager di Cyndi, propone a Vince McMahon di capitalizzare questa connessione, consigliando di produrre e pubblicare un disco con i brani dei wrestler e della federazione. Sarà così Derringer a curare questa compilation, decidendo di includere nel pacchetto anche la sua Real American, registrata per l’occasione con Cyndi Lauper ai cori. Dell’intera tracklist sarà l’unica traccia senza “l’aiuto” dei wrestler, rimanendo così nella sua versione più pura. «È stato Vince McMahon a dirmi: “È una grande canzone, non compromettiamone la qualità con un wrestler, non le renderebbe giustizia”», ricorderà Derringer.

L’idea di trasformare i wrestler in rockstar non funziona, ma i brani iniziano a cristallizzarsi nell’immaginario collettivo americano. E così Real American. La canzone, inizialmente prevista come musica d’entrata per il tag team U.S. Express, composto da Barry Windham e Mike Rotunda, viene “liberata” quando i due abbandonano presto la federazione. Hogan ne approfitta. E a leggere anche solo il testo – una sciorinata patriottica che recita: “I am a real American, I fight for the rights of every man, I am a real American, I fight for what’s right, I fight for your life” (Sono un vero americano, combatto per i diritti di ogni uomo, sono un vero americano, combatto per cosa è giusto, combatto per la tua vita, ndt) – si capisce perché è la scelta perfetta per l’entrata del wrestler con la bandana, l’eroe americano della federazione.

Sempre Derringer: «Hulk era un tipo fantastico. Era un wrestler molto famoso, visibile e di alto profilo, quindi da quel punto di vista non si poteva chiedere di meglio per il brano». Gli fa eco Jimmy Bralower, il batterista del Wrestling Album: «All’epoca non tutti i wrestler avevano una loro canzone d’entrata: semplicemente veniva suonata la campanella e l’annunciatore faceva entrare l’atleta dal lato. Questo brano ha segnato l’inizio della trasformazione del wrestling in un vero e proprio spettacolo di intrattenimento, e proprio in quel periodo, grazie a MTV, il wrestling stava diventando popolare a livello nazionale, raggiungendo un pubblico enorme».

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