Marco Belinelli inviato in esclusiva per Rolling Stone dai campi dell'NBA | Rolling Stone Italia
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Marco Belinelli inviato in esclusiva per Rolling Stone dai campi dell’NBA

Ogni mese ci racconterà qualcosa sul mondo intorno al campionato di basket più famoso del mondo. Oggi ci racconta la sua nuova avventura nei Charlotte Hornets, e del famosissimo proprietario della squadra

Marco Belinelli, foto di Vincenzo Schioppa/NSSMag

Marco Belinelli, foto di Vincenzo Schioppa/NSSMag

Quando Rolling Stone mi ha proposto di tenere una rubrica sul sito, onestamente ho pensato: «Che palle, la solita storia del blog», e già guardavo Elisa facendole capire che non ne sarei stato in grado. È che non sono bravo a raccontare quello che succede in campo. A me piace giocare a basket, lascio parlare gli altri. Poi però abbiamo trovato un modo più divertente: ogni mese mi occuperò di un argomento, sempre che ha a che fare con l’NBA, ma qualcosa di cui non si parla tanto. Quindi tanto per cominciare: no, non vi dirò cosa penso di KD a Golden State, della East che si è rinforzata, della stagione senza Kobe, Duncan e Garnett… e NEMMENO DI COM’È MICHAEL JORDAN.

Ciao sono Marco Belinelli e sono al mio DECIMO ANNO di NBA – mamma mia, dieci anni… Quest’anno gioco per i Charlotte Hornets, e ora vi sto scrivendo dalla camera di un hotel di Milwaukee perché stasera giocheremo qui la prima partita della stagione con i Bucks.

Lo sapete che io sono già stato un Hornets? Dopo le mie prime tre stagioni abbastanza difficili in questa lega, due a Golden State e una a Toronto, proprio quando tanti dicevano che sarei tornato in Europa, ecco che bussano alla porta del mio destino quelli che all’epoca erano i New Orleans Hornets (ora Pelicans). Ed è proprio “da Hornet” che sono diventato un giocatore NBA. Con coach Monty Williams, con Chris Paul e David West (a volte la gente se lo dimentica ma è un giocatore fondamentale) ho giocato i miei primi Playoffs. Tutto questo per dirvi che io credo che nulla succeda per caso, quindi tornare a essere un Hornet – a Charlotte questa volta – dopo una stagione difficile come quella di Sacramento credo sia il segno che ci sarà da divertirsi.

Ora vi dirò una cosa che pare scontata, ma questi Charlotte Hornets sanno giocare a pallacanestro. Non è così scontato, fidatevi. Qui ci sono ragazzi giovani che sanno giocare, sanno passare la palla, vengono da college come North Carolina e Georgetown dove si impara a giocare davvero.
Personalmente non vedo l’ora di iniziare la stagione con Batum. Ci ho giocato mille volte da avversario, ma non lo conoscevo bene. A parte essere un ottimo ragazzo, capisce il gioco e sarà divertente stare in campo con lui. Siccome da oggi si comincia, e mi auguro che mi seguirete con un occhio di riguardo vi segnalo qualche compagno che vedrete vi farà divertire: Michael Kidd-Gilchrist tira in modo un po’ ridicolo ma è un giocatore fondamentale per noi. Sapevo che Kemba Walker fosse forte, uno da tiri decisivi, ma è anche velocissimo con la palla, mi ha sorpreso davvero. Frank Kaminsky è il mio vicino di casa e mi fa morire dal ridere. Simpaticissimo. E poi non so se lo avete mai visto ballare… Insomma ci sarà da divertirsi!

Ok ok, ora arrivo anche a Michael Jordan. Sapete tutti che è il proprietario della squadra e questo è un fattore che fa dare ai giocatori il 120% di quello che hanno. Non lo abbiamo ancora incontrato in palestra, ma ogni volta che entri sai che lui comunque ti sta guardando, che saprà come ti stai allenando, quanto ti stai impegnando. Vi assicuro che questo pensiero, che ognuno di noi ha, ti impedisce di mollare anche solo un secondo. Lo abbiamo incontrato due volte durante evento con il team. Fa impressione vederlo: non è un semplice uomo, è una leggenda vivente. Credo che sarà all’arena per la nostra prima partita a Charlotte. Poi magari vi dirò com’è giocare di fronte a lui, forse anche la mia Pokerface all’inizio potrà tradire qualche emozione!