Jack Jaselli, una chitarra rubata all’agricoltura (per un giorno) | Rolling Stone Italia
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Jack Jaselli, una chitarra rubata all’agricoltura (per un giorno)

"Dove alle 9 c'era un campo, alle 15 c'era un bosco", ci racconta il musicista milanese, nostro inviato speciale nella missione di Timberland e Legambiente. Obiettivo: piantare 1.000 nuovi alberi di fronte a dei palazzi grigi

Piantumando con Jack Jaselli, Legambiente e Timberland

Piantumando con Jack Jaselli, Legambiente e Timberland

“22 Ottobre. Ore 9.00. Il cielo è perfettamente azzurro, ogni traccia di nuvola è stata spazzata dal vento che soffia forte e costante. Tutti indossiamo le nostre uniformi e attendiamo le istruzioni per rendere efficace e pulita l’operazione. La terra di fronte a noi è già piena di buchi profondi e ampi, eredità di chi è stato qui appena prima di noi. Un elicottero vola basso sulle nostre teste e a pochi metri dai nostri piedi sono ammucchiate le armi di cui ci serviremo. E’ indispensabile prendere ogni metro di questa terra.”

No, non eravamo in Vietnam, ma Desio, a qualche chilometro da Milano. E insieme a Timberland e Legambiente abbiamo piantato circa 1.000 alberi. L’obiettivo era la realizzazione di un nuovo parco messo a disposizione dei cittadini. Armati di guanti, vanghe e maglia d’ordinanza, sotto la guida esperta dei volontari di Legambiente Lombardia abbiamo conquistato quella che prima era una piatta distesa di terra posta di fronte a dei palazzi grigi.

Lo abbiamo fatto piantumando alberi e siepi, scavando concimando e proteggendo le piante più fragili con gli “shelter”, delle reti di plastica che evitano che animali e roditori vari possano attaccarle.

L’elicottero in questione era un piccolo drone dotato di telecamera che dall’alto ha ripreso l’intera operazione. La prima cosa che ho capito è che con ogni piccola radice che sistemi nella terra ti senti parte di qualcosa di grande, e te ne senti responsabile. Non fosse altro che per evitare di tornare nello stesso posto tra 10 anni e dire : “Vedi quella linea vuota e deserta tra tutti gli alberi rigogliosi? Ecco lì è dove sono passato io.”

Evidentemente non ero il solo a pensarla così perché giunto il momento di fare una pausa e mangiare qualcosa ci siamo guardati intorno ed avevamo già praticamente completato l’operazione. Dove alle 9 c’era un campo, alle 15 c’era un bosco.

E se c’è una cosa che mi ha colpito più delle altre è questa: è facile. Basta avere voglia e un po’ di tempo, e tutti sappiamo quanto sia importante cambiare le cose e agire in questo campo.

Questa era la nona edizione per quest’iniziativa, la prima per me ma non certamente l’ultima. “Mi piace l’odore del concime al mattino”. Si fa per dire.

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