LSD, la nuova droga dei businessman: un micro-trip per incrementare la produttività | Rolling Stone Italia
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LSD, la nuova droga dei businessman per incrementare la produttività

Per alcune categorie di professionisti l’assunzione di un dosaggio minimo e regolare di LSD è diventata una sorta di benzina creativa

Foto Getty

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Chiamiamolo “Ken”. Ken ha 25 anni, un master a Stanford e lavora per una start-up di San Francisco, occupandosi di un po’ di tutto: progettazione hardware e software, marketing e commerciale. Di recente ha scoperto un modo per essere più creativo e produttivo, e non si tratta né di energy drink né di meditazione.
Ken è uno dei sempre più numerosi professionisti che ha scelto di assumere “microdosi” di droghe psichedeliche, nel tempo libero e, occasionalmente, anche sul posto di lavoro. «È stato incredibile», dice al termine di una di queste giornate. «Ho concluso un sacco di affari, ho parlato a un mucchio di persone e ho trovato soluzioni ai loro problemi tecnici».

È stato incredibile


Una microdose è circa un decimo di una dose normale – intorno a 10 microgrammi di LSD, o 0,2-0,5 grammi di funghi. La dose è sub-percettiva: «Abbastanza», dice Rick Doblin, fondatore e direttore della Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies, «per avvertire più energia, più intuizione, ma troppo bassa per farsi un viaggio».

A una conferenza del 2011 sulla ricerca nel campo della psichedelia, James Fadiman, autore di The Psychedelic Explorer’s Guide, ha introdotto il microdosaggio nel dibattito corrente, presentando i risultati di una rilevazione su base volontaria tra sperimentatori. Da allora, afferma Fadiman, il numero di persone disponibili a descrivere la loro esperienza – o in cerca di un consiglio – è aumentato costantemente.

Vi sorprenderebbe sapere quante persone lo fanno abitualmente


Le testimonianze arrivano da tutto il mondo, ma Fadiman afferma che un flusso costante proviene dall’area di San Francisco. Il profilo tipico è costituito da 20-30enni (sia donne che uomini) con alto quoziente intellettuale, curiosi di vedere se il microdosaggio li aiuterà a superare problemi tecnici, e in generale a essere più innovativi. «È un’alternativa decisamente salutare all’Adderall», dice Fadiman, riferendosi a un farmaco contenente anfetamina molto popolare tra i programmatori.

Per risultati migliori, Fadiman consiglia una microdose ogni quattro giorni, prendendo la sostanza di mattina e seguendo quindi la propria routine quotidiana. I suoi corrispondenti hanno riferito che un microdosaggio regolare è in grado di alleviare una quantità di disturbi come depressione, emicrania e sindrome da affaticamento cronico, e di favorire il pensiero laterale. «Il microdosaggio mi ha aiutato a esplorare nuove soluzioni, a ragionare in modo diverso», assicura Ken. «Vi sorprenderebbe sapere quante persone lo fanno abitualmente. È semplicemente fantastico».

Questo articolo è pubblicato su Rolling Stone di gennaio.
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