Giovedì di terrore in Spagna: due italiani tra le vittime | Rolling Stone Italia
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Giovedì di terrore in Spagna: tre italiani tra le vittime

Rinvenute oltre 100 bombole di gas, nel mirino dei terroristi la Sagrada Familia. La polizia all’inseguimento del killer della Rambla

Giovedì di terrore in Spagna: tre italiani tra le vittime

20/08, 17,00: «Due dei tre ricercati sono quasi sicuramente morti», ha dichiarato Joses LLuis Trapelo, il capo dei Mossos d’Esquadra, la polizia catalana. Trapelo, inoltre, ha confermato i legami della cellula di Cambrils con altre organizzazioni terroristiche distribuite in diversi paesi europei. Per quanto riguarda l’inseguimento di Younes Abouyaaquou, l’uomo alla guida del furgone della Rambla, il capo della polizia non ha potuto confermare il superamento dei confini spagnoli: «Non sappiamo dove sia».

La grafica realizzata da El País sulla base del documento diffuso dalla polizia con i nomi e i volti dei componenti della cellula responsabile dell’attacco a Barcellona

Nel frattempo, il premier Gentiloni ha commentato gli eventi degli ultimi giorni durante l’apertura del convegno di Comunione e Liberazione: «Nessun paese può dirsi veramente al sicuro, ma non ci arrendiamo al terrorismo e difenderemo sempre la nostra libertà», ha detto prima di dirsi «scettico sulla propaganda del singolo sito jihadista». Gentiloni si riferisce alle minacce dirette all’Italia da un gruppo Telegram che, secondo l’organizzazione americana Site, sarebbe fonte attendibile dei progetti dell’ISIS.

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20/08, 12,30: Il nord-est della Catalogna è presidiato da numerosi posti di blocco e, mentre continua la caccia a quello che è considerato il killer della Rambla, il 22enne Younes Abouyaaqoub, emergono nuovi dettagli sui piani della cellula di Ripoll. Secondo indiscrezioni degli inquirenti citate dalla testata spagnola El Confidencial e riprese da molti giornali nazionali e internazionali, il progetto originario dei terroristi era quello di colpire la Sagrada Familia, vero e proprio simbolo della Cristianità iberica e meta turistica per eccellenza.

Stando ai racconti, le bombole di gas ritrovate nel covo di Alcanar (oltre un centinaio) dovevano essere caricate su furgoni a noleggio (pare che avessero provato senza successo ad affittare un camion) ed essere utilizzate in un piano diverso e più grande. Nella casa saltata in aria mercoledì sera la polizia ha trovato anche tracce di TATP, il triperossido di triacetone, un esplosivo artigianale altamente instabile ma molto potente che è considerato la firma delI’ISIS. Il New York Times afferma anche che, secondo fonti vicine alle indagini, i preparativi per gli attentati sono iniziati circa un anno fa.

Inoltre il sospetto sempre più concreto dell’antiterrorismo iberico è che la mente dell’attacco a Barcellona sia Abdelbaki Es Satty, l’imam di Ripoll, che non è ancora stato trovato, e, secondo i giornali spagnoli, potrebbe essere una delle persone morte nell’esplosione di Alcanar, di cui sono stati rinvenuti i resti. El País riporta che l’uomo è stato in carcere nel 2012, dove potrebbe aver avuto legami con alcuni dei terroristi detenuti per l’attentato dell’11 marzo 2004 alla stazione di Madrid. Sembra anche che Es Satty abbia vissuto e predicato in Belgio per qualche mese nel 2015.

In mattinata alla Sagrada Familia è stata celebrata una messa solenne in cinque lingue per la pace e per le vittime degli attentati di Barcellona e Cambrils, a cui hanno partecipato anche il re Felipe VI, la regina Letizia e il premier spagnolo Mariano Rajoy, oltre ai rappresentati di Paesi esteri e a migliaia di persone comuni, abitanti e turisti. Il rito era aperto a tutti i cittadini ma, ovviamente, con eccezionali misure di sicurezza.

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AGGIORNAMENTO 19/08, 18,30: «La cellula non è ancora stata smantellata», si legge in un comunicato diramato dalle forze dell’ordine catalane. Nonostante la strage, però, il governo spagnolo non ha innalzato il livello d’allerta, che rimane al livello 4 fissato nel 2015. «Non c’è il pericolo imminente di un altro attacco», ha confermato in una nota il ministro dell’Interno Juan Ignacio Zoido.

Secondo le ultime notizie l’unico terrorista rimasto in vita, il 22enne Younes Abouyaaqoub, avrebbe superato il confine francese a bordo di un veicolo a noleggio. La “mente” dietro agli attentati, invece, è morta in seguito all’esplosione della casa di Alcanar di mercoledì scorso. Si chiamava Abdelbaki El Satty, un imam 40enne intorno al quale si sarebbe formato il gruppo di giovani radicali responsabile dei tragici eventi di giovedì.

Nel frattempo, attraverso un gruppo Telegram utilizzato dai jihadisti, arriva una minaccia diretta rivolta all’Italia. «Il prossimo obiettivo siete voi», questo il messaggio riportato da Site, l’organizzazione americana che monitora l’attività dello Stato Islamico sul web.

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AGGIORNAMENTO 19/08: Anche un’italo-argentina tra le vittime degli attacchi in Catalogna rivendicati dall’ISIS. Carmen Leopardo, originaria della provincia di Potenza e residente in Argentina, è la terza vittima dopo Bruno Gulotta e Luca Russo.

Il ministero degli esteri argentino ha trasmesso una nota, dove invia le sue condoglianze «alla famiglia della signora Carmen Lopardo, 80 anni, cittadina italiana residente nel nostro paese da più di 60 anni. Nel momento del tragico attentato, la vittima si trovava a Barcellona da turista. L’Argentina condanna fermamente il terrorismo in tutte le sue manifestazioni».

Al momento la polizia è alla ricerca di Younes Abouyaaqoub, marocchino di 22 anni, l’uomo alla guida del furgone bianco che ha travolto la folla della Rambla. Secondo le ultime indiscrezioni sembra che il terrorista sia fuggito in Francia. Il nome di Abouyaaqoub è nella lista diramata dalle autorità spagnole insieme al 17enne Moussa Oukabir, che fino a qualche ora fa era il principale indiziato nelle indagini.

I Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, hanno individuato una cellula di 12 giovani di origine marocchina: il gruppo avrebbe organizzato gli attentati dalla cittadina di Ripoll. Cinque sono morti nella sparatoria di Cambrils, due nell’esplosione di Alcanar e quattro sono stati arrestati.

Nelle ultime ore il popolo spagnolo si è raccolto per onorare le vittime e dimostrare il suo coraggio contro la minaccia del terrore. Una gigantesca folla si è riunita in Plaza Catalunya e la foto – che trovate qui sotto – ha rapidamente fatto il giro del mondo.

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AGGIORNAMENTO Finlandia: Nelle ultime ore c’è stato un ulteriore attentato a Turku, una cittadina a 150km da Helsinki, in Finlandia. Un uomo ha ucciso due persone per strada e ne ha accoltellate altre otto, tra cui una ragazza italiana. Dopo alcune ore di incertezza, la polizia ha dichiarato che si tratta di terrorismo e ha arrestato cinque persone. Secondo uno dei testimoni l’uomo «puntava solo le donne».

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Tra le 14 vittime dell’attentato sulla Rambla di Barcellona sono confermati due italiani: Bruno Gulotta, 35 anni, di Legnano, dipendente dell’edizione italiana di Tom’s Hardware, una rivista online che si occupa di media e tecnologia, in vacanza con la famiglia, e Luca Russo, 25 anni, di Bassano del Grappa, provincia di Vicenza, ingegnere energetico che si trovava nella città catalana con la ragazza, Marta Scomazzon, che al momento è in ospedale con un piede e un gomito rotti.

E ci sono anche tre connazionali feriti su un totale di 130. L’ambasciatore italiano in Spagna Stefano Sannino ha spiegato a Sky Tg24 che «I tre feriti italiani sono stati ricoverati, due sono già stati dimessi e l’altro ha riportato fratture ma la sua condizione di salute non è grave nè complessa». 

«Restate in casa, non uscite per alcun motivo. Operazione di polizia in corso», questo il messaggio trasmesso dalla polizia spagnola all’1,14 di questa mattina a Cambrils, dove è continuata la nottata di terrore che ha sconvolto la Catalogna. Il primo attentato dello Stato Islamico in Spagna è avvenuto poco dopo le 17 di giovedì: un furgone bianco – a quanto pare a noleggio – ha travolto la folla che passeggiava sulla Rambla, nei pressi di Plaza Cataluña, a Barcellona.

«Sono vivo solo perché non sono riusciti ad ammazzarmi, ma io ero lì nel mezzo, li ho visti, in pochi secondi ho visto uccidere non so quante persone», ha scritto su Facebook il 29enne romano Alessio Stazi, uno degli italiani sfuggiti all’attentato. «Mi sono ritrovato chiuso in un sottoscala di un negozio e non so neanche come ci sono arrivato, non so dove sono i miei amici e non capisco come cazzo sia successo».

Qualche ora dopo, nella notte tra giovedì e venerdì, c’è stato un secondo attacco a Cambrils, una piccola città di mare a 120km dalla capitale catalana. In questo caso i feriti sono sette, di cui uno in condizioni molto gravi. Dopo un violento scontro a fuoco sono state uccise cinque persone: gli attentatori indossavano cinture esplosive, fortunatamente fasulle. L’operazione ha coinvolto sei cittadini e un poliziotto, ma la sparatoria ha evitato che si replicasse una strage come quella di Barcellona. «Un nuovo attacco è stato sventato», ha dichiarato nella notte una fonte delle autorità spagnole.

E ormai secondo la polizia è certo il collegamento tra i due fatti: l’esplosione avvenuta mercoledì sera in una casa di Alcanar, dove un uomo era morto mentre maneggiava bombole di gas e un altro era rimasto ferito ed è stato arrestato.

Il tutto infatti sarebbe riconducibile a una cellula islamista che progettava da tempo un’azione di portata ancora più grande: il capo dei Mossos d’Esquadra, Josep Lluis Trapero, ha dichiarato: «L’ipotesi attualmente allo studio è che i terroristi stessero preparando da tempo uno o più attentati orbitando intorno all’abitazione».

Inizialmente avrebbero dovuto portare a Barcellona il furgone carico di bombole, ma dopo la perdita del materiale avrebbero cambiato piani. La polizia, al momento, è impegnata nella ricerca dei colpevoli: sono state arrestate quattro persone, ma a quanto pare nessuna di queste era alla guida del furgone bianco della Rambla. Il sospettato principale si chiama Moussa Oukabir e sarebbe tuttora in fuga.

Secondo il capo del tribunale spagnolo che si occupa di terrorismo (l’Audiencia Nacional), gli attentatori sarebbero tutti parte di una rete jihadista nota alle autorità prima dell’attacco. Il quotidiano britannico Independent sostiene che gli attentati sarebbero stati organizzati da una cellula di otto persone.

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