Beatrice Lorenzin: «Non abbiate paura dei vaccini» | Rolling Stone Italia
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Beatrice Lorenzin: «Non abbiate paura dei vaccini»

Abbiamo incontrato la ministra della Salute che alle polemiche e alle bufale no-vax risponde da "secchiona": con la scienza

Beatrice Lorenzin: «Non abbiate paura dei vaccini»

Sì, talvolta registro qualche interferenza giornalistica, anche sgradevole, nella mia vita privata. Non mi lamento, l’invadenza dei media fa parte del gioco, sono un personaggio pubblico. Però, proprio per questo, cerco di proteggere la privacy della mia famiglia». Le parole della ministra della Salute Beatrice Lorenzin sono così autentiche che per il suo ufficio al Ministero di Lungotevere Ripa, a Roma, ha scelto molte foto ufficiali, qualche raro scatto privato (uno proprio di Bebe Vio, che adora) e nessuna immagine dei suoi due gemelli, Francesco e Lavinia.

«Periodicamente sono tentata di appendere un paio di stampe con i ragazzi», racconta, «ma puntualmente rinvio, non mi va di esporli. E poi il piacere delle foto è relativo. Per stare davvero bene, ho bisogno della loro fisicità, di toccarli, accarezzarli, abbracciarli». La ministra una sola volta ha derogato alla regola della privacy: «Quando li ho vaccinati, mi è sembrato opportuno rivelarlo pubblicamente per rivolgermi alle altre madri. Il messaggio era: guardate, sono ministra per la Salute, ma anzitutto una mamma, e vaccino i miei ragazzi. Hanno fatto le vaccinazioni obbligatorie, ma non solo: anche quella contro la meningite. Fatelo anche voi, non abbiate paura. L’immunizzazione funziona più di ogni altra cura successiva».

Sul tema, Lorenzin mostra una passione inconsueta, conseguenza del doppio ruolo di madre e ministra. «Sì, ho sviluppato una sensibilità che prima non avevo, soprattutto verso i più piccoli. Un innocente che soffre strazia il cuore, per questo insisto tanto sui vaccini: se il cosiddetto “effetto gregge” perde la sua potenza, i primi a pagare sono proprio i bambini. E inutilmente».

Per chi non lo sapesse, l’effetto gregge «è una diffusione sistematica dei vaccinati in una popolazione, alta al punto rendere impossibile la circolazione di virus e batteri. Lo rivelano le statistiche: laddove la percentuale di vaccinati scende, e salta la “protezione di gregge”, aumentano gli ammalati. E parliamo di patologie talvolta mortali o altamente invalidanti, come morbillo, parotite, rosolia, meningite. O la pertosse, sulla quale è bene ripetere che per i neonati non esiste cura, soltanto il fato può salvarli. Mi creda, è stato atroce, ho visto personalmente bambini di 3 o 4 mesi di vita combattere contro la morte». Possibile che nel Terzo millennio ancora si muoia per la pertosse? «Sì, è terribile ammetterlo, ma capita. Gli adulti non immunizzati, quando si ammalano, generalmente si salvano, ma possono trasmettere la malattia ai neonati, che nei primi mesi non sono vaccinabili». Cosa si può fare per loro è presto detto: «Vaccinare tutti, adulti e bambini, che sono gli adulti di domani. Per questo imploro i genitori: vaccinate i vostri figli, così non state pensando soltanto a voi e loro, ma anche ai bambini che non conoscete e potrebbero pagare la vostra scelta».

Incredibilmente, però, nel Paese va diffondendosi un pericoloso vento antiscientifico. Fino a qualche anno fa eravamo disgustati soltanto da taluni cialtroni sul web, ora pure molti politici di primo piano cavalcano la bufala del “no-vax”. Lorenzin evita di polemizzare con i singoli e tende a storicizzare il fenomeno: «Nella contemporaneità l’antiscienza è purtroppo diventata una forma di politica. Come funziona da sempre la buona scienza? Uno studioso fa una scoperta, il resto del mondo scientifico cerca di smontarla: se non ci riesce, quella scoperta diventa ufficiale. Come funziona la brutta politica contemporanea? Non parla di contenuti, lavora esclusivamente per distruggere la reputazione dell’avversario. Il movimento antiscientifico fa politica così: nega le certezze della scienza non su base empirica, bensì reputazionale, amplificando i rarissimi casi di effetti collaterali prodotti dai vaccini e omettendo di ricordare che salvano miliardi di persone nel mondo».

In questo senso, la recentissima epidemia di morbillo è emblematica: nei primi tre mesi del 2017 i casi sono aumentati del 230% rispetto allo stesso periodo del 2016. «Il morbillo è una malattia molto seria e il primo modo che abbiamo per evitare gli effetti drammatici è quello di vaccinare. Invece registriamo un abbandono della prevenzione». E perché, ministra? «I no-vax vanno dicendo che c’è la correlazione tra vaccini e autismo. Una vera e propria bufala, smentita da tutte le autorità scientifiche indipendenti e dagli istituti di ricerca pubblici, nazionali e mondiali». L’aggravante è che nessuno paga; insomma, mai una manetta che sia una… «Intanto l’Ordine dei medici sta provvedendo a perseguire i dottori no-vax. E anche la magistratura, nei casi più critici, comincia a intervenire». È sempre troppo poco, ministra. «Ora che abbiamo reso operativo il Piano nazionale vaccini, chi dovesse aggirarlo, potrebbe pagarla cara». A proposito di severità, Lorenzin è tra i favorevoli a negare l’iscrizione a scuola dei bimbi non immunizzati. «Mi sembra una soluzione di buon senso, sulla quale c’è poco da discutere», dice, «mentre assai importante è la questione dei bimbi non vaccinabili perché intolleranti ai farmaci. A loro va garantita l’iscrizione e per questo serve un monitoraggio continuo, che garantisca la salute di tutti, vaccinati e non».

Sui temi che le competono, Lorenzin appare ferratissima, e tra i politici non sempre è scontato, anzi. Incontrandola, si capisce pure perché la chiamano “la secchiona”… «Ah, dicano quello che vogliono, io sono rimasta la rockettara di sempre. D’altronde vengo da una famiglia dove la musica è sempre stata presente. Mia nonna e le sue sorelle formavano un gruppo di buon successo, appunto le Sorelle Faggi: hanno suonato fino a 90 anni. Mio padre è uno straordinario cultore del jazz. Io stessa ho studiato pianoforte al Conservatorio, facevo la claque all’Opera e così sono diventata una melomane. In parallelo ho scoperto la mia indole rock: seguivo gli Ultravox nell’epoca dei Duran Duran. Ascolto i Doors, i Genesis, i Pink Floyd. A un concerto dei Cult mi sono lesionata i legamenti. Ma i Dire Straits restano i numeri uno: la prima cassetta che mi venne regalata era il loro album Brothers in Arms. E comunque, non quanto i vaccini, ma pure la musica fa bene alla salute…».

Questo articolo è stato pubblicato su Rolling Stone di aprile.
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