Andre Dubus - Voli Separati | Rolling Stone Italia
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Recensione: “Voli Separati” di Andre Dubus

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Anzitutto un consiglio: procuratevi una bottiglia di qualcosa di alcolico per leggere Voli separati, altrimenti, all’ennesimo drink che si versano i personaggi, potreste rischiare una crisi di astinenza. Ma se troverete un sacco di alcol nei racconti di Dubus (editi per la prima volta nel 1975) – e solitudini e matrimoni consumati intorno al gesto di riempirsi un bicchiere – per fortuna non troverete gin tonic aromatizzati al cardamomo o al pepe rosa. Tutto ciò che oggi sembra essersi inutilmente affinato nell’abitudine a bere, non ha subito cambiamenti nelle abitudini sentimentali. Ci amiamo e ci tradiamo come allora, ci interroghiamo sul senso del matrimonio e, nonostante il divorzio non sia più uno stigma sociale, continuiamo a subirlo come un fallimento esistenziale. Per questo i racconti di Dubus, letti oggi, hanno la forza di metterci in crisi con una sorta di violento nitore, come quando riguardiamo le immagini del nostro passato e ci sembra di scorgere in un dettaglio la possibilità di una scelta, prima che diventasse una conseguenza. E se questi personaggi possono immaginare adulteri tragici mentre si sbronzano e addirittura si accendono una sigaretta su un aereo, a noi spetta una certa facilità nel consumarli mentre disquisiamo sulla marca della tonica in un locale sterilizzato dagli odori. Il dolore che resta è probabilmente lo stesso.