La gita portoghese di Populous | Rolling Stone Italia
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La gita portoghese di Populous

Il produttore salentino ha giocato a esplorare le possibili evoluzioni di suoni primitivi nel suo ultimo "Azulejos"

Populous. Foto di Carmen Mitrotta

Populous. Foto di Carmen Mitrotta

Come nell’omonimo videogioco, Populous gioca a esplorare le possibili evoluzioni di suoni primitivi nelle atmosfere selvagge ed esotiche dell’ultimo album Azulejos. Dopo l’esordio con l’hip hop astratto di Quipo, l’indie-tronica di Queue For Love, il synth dream pop di Drawn In Basic, è Night Safari a marcare un’inclinazione espressiva del produttore salentino verso paesaggi psichedelici tropicali e trip all’insegna dell’africanismo. Un’interpretazione sempre più world dell’elettronica come in Azulejos, dove le contaminazioni ci portano in Sudamerica: dall’intro à la Boards of Canada con le magnifiche aperture di synth in Alfama, tutto si trasforma in un ritmo scandito da percussioni e vocalizzi in loop come in Alala, avvolta dai bassi rotondi di un tunnel tribale che proseguono in Voz Serena. Accanto alla fascinazione più orientale della title-track, troviamo il reggaeton con tanto di trombe da stadio di Caparica, nonchè l’afro trap di Racatin e Mi Sueño. Per non farci mancare proprio niente, Populous abbraccia ancora una volta le sue derive più pop, ospitando cantanti quali la colombiana Ela Minus tra le maracas di Azul Oro, e l’anglo brasiliana Nina Miranda e la sua sensualità da pelle d’oca in (gran) Cru. Di tutt’altre atmosfere, il finale tribal-hop con Batismo con il milanese RIVA. Azulejos è un viaggio etno-pop dove tutto è un po’ di tutto.

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