Justice League, la recensione | Rolling Stone Italia
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Justice League: il lato oscuro è bandito, nel bene e nel male

La risposta agli Avengers è il miglior film “leggero” del DC Universe, ma insieme al cinismo si è perso qualcos'altro

Per tutti quelli che odiano Batman v Superman: Dawn of Justice, e sono un esercito, guardare Justice League sarà la liberazione che stavano aspettando. Certo, il film di Zack Snyder aveva il pregio di restare fedele alle pagine più oscure dei fumetti DC, ma il problema era un altro: il regista americano non ha dato al suo film quella credibilità artistica che Christopher Nolan ha portato alla trilogia del Cavaliere Oscuro. Per usare un eufemismo.

Justice League prende la desolazione freudiana della lotta tra il Cavaliere Oscuro (Ben Affleck) e l’Uomo d’Acciaio (Henry Cavill) e la sostituisce con così tante battute e scenette da andare quasi in overdose. L’attitude dei personaggi è così luccicante e ottimista che viene quasi da pensare di essere finiti per errore sul Marvel Express.

Come molti di voi già sapranno, Snyder – comprensibilmente in lutto per il suicidio della figlia – ha lasciato parte del lavoro a Joss Whedon, il mattatore dei film dedicati agli Avengers. Certo, Whedon non è indicato come co-regista, ha solo firmato la sceneggiatura insieme a Chris Terrio, ma il tono allegro del film – personaggi dalla parlantina brillante e scene d’azione finalmente libere da metafore e allusioni – è inconfutabilmente whedonesco.

Il dolore è bandito; anche il racconto della morte di Superman (avvenuta nel film precedente) è trattato in maniera tale da non togliere neanche un minuto di sonno ai più piccoli. Quando si tratta di cinecomic lasciarsi scappare uno spoiler sarebbe come condannarsi a morte, quindi non vi diremo altro sul destino dell’Uomo d’Acciaio. Quello che vi possiamo dire, però, è che Ben Affleck funziona molto meglio quando non ha il peso del mondo sulle spalle. Insomma, perché preoccuparsi del figlio di Krypton se Steppenwolf – il villain gigantesco creato al computer e interpretato da Ciaran Hinds, un Terminator che ha mancato un bel po’ di appuntamenti dal dentista – ha bisogno di farsi prendere a calci prima di polverizzare il pianeta.

Per riuscirci, però, Bruce Wayne deve mettere su una squadra capace di sconfiggere ogni pronostico. E come si chiama questo team di supereroi? Avengers è già occupato, e Thor ha appena fondato i “Revengers”, quindi Batman si inventa la Justice League, il gruppo che sconfiggerà Steppenwolf e vendicherà Superman. A proposito, il mondo è in lutto per la fine dell’uomo dalla grande “S”, e lo stesso vale per Clark Kent, almeno per la sua mamma umana (Diane Lane) e per la sua fidanzata Lois (Amy Adams). Per fortuna il Cavaliere Oscuro riesce nel suo intento, nonostante all’inizio Wonder Woman non voglia supportarlo – sì, Gal Gadot è tornata e come sempre ne siamo felici. Diciamoci la verità, senza di lei la band di supereroi sarebbe una noia.

‘Justice League’ supera da tutti i punti di vista il cinismo da quattro soldi di ‘Suicide Squad’

Insieme a loro i nuovi arrivati: il Flash di Ezra Miller è un ragazzino nerd tutto fuoco, superveloce ma incapace di vendicare il padre (Billy Crudup); Ray Fisher interpreta un ex quarterback che dopo un incidente si trasforma in Cyborg, metà uomo e metà macchina. Il migliore di tutti, però, è Jason Momoa: il suo Aquaman, mezzo umano erede del trono di Atlantide, può attraversare gli oceani e fare magie con il suo tridente, che Batman chiama amichevolmente “il forcone”. In una delle scene più esilaranti del film si siede per errore sul “Lazo della Verità” di Wonder Woman e comincia a blaterare dei suoi sentimenti, con tanto di apprezzamenti per la super Amazzone.

Le scene dedicate al gruppo, con tutti i loro battibecchi e punzecchiature, regalano al film senso dell’umorismo e sentimenti genuini, e trasformano il pubblico in una curva di tifosi. Se non ci fossero, il film crollerebbe su se stesso. Dai, Steppenwolf è uno sbadiglio in computer grafica, le scene d’azione sono una gigantesca sfocatura digitale, la colonna sonora alza il volume a caso quando manca l’ispirazione, ed è superficiale nelle scene più leggere.

Justice League è un arraffapubblico più che decente, e supera da tutti i punti di vista il cinismo da quattro soldi di Suicide Squad. A volte, però, le tenebre servono a farci capire di cosa abbiamo davvero paura. Purtroppo questo all star team di supereroi è troppo spaventato dal suo lato oscuro per conquistare i nostri sogni.

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