Il demone gemello dei Julie's Haircut | Rolling Stone Italia
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Il demone gemello dei Julie’s Haircut

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Julie'Haircut, foto di Ilaria Magliocchetti

Julie'Haircut, foto di Ilaria Magliocchetti

“Fretta” è l’ultima parola che userei per descrivere i Julie’s Haircut. Gli emiliani – quanti saranno, almeno vent’anni che sono in circolazione? – non hanno mai sofferto di quella pulsione continua e irrazionale che ti spinge a voler diventare qualcuno. La stessa che ti tormenta per dare vita al disco perfetto o anche solo per prendere una decisione definitiva su che genere fare. Niente di tutto questo. Tanto per cominciare, i tempi per l’uscita di un LP si sono dilatati da tre a quattro anni. L’esordio su una label straniera, poi, è arrivato solo nel 2017, con un album pubblicato per la stessa Rocket Recordings dei Goat. Avrebbero potuto farlo prima, e magari ci avrebbero guadagnato in maggiore visibilità estera (da sempre i testi sono in inglese).

Ma così non è stato, perché, come non succede più, prima viene l’artista e la propria missione personale, poi, il pubblico. Invocation And Ritual Dance of My Demon Twin riassume un po’ tutto quello che hanno fatto i ragazzi finora, dai muri di chitarre shoegaze di Deluge al (neanche troppo) velato motorik della Zukunft che apre il disco. Non bisogna però guardare all’opera come a una specie di Best Of che passa aridamente in rassegna i vari habitat naturali di Caleffi, Giovanardi e banda.

La scelta degli emiliani è stata di migliorarsi, anche aggiungendo un’ottima Laura Agnusdei e i suoi sassofoni alla formazione, elementi liquidi dalla doppia natura anestetizzata tipo vaporwave (Orpheus Rising) e febbricitante modello Evan Parker (Deluge). Non bastasse, i Julie’s Haircut hanno gradualmente smesso di “scrivere” canzoni, ma improvvisando e poi estrapolando l’idea dalle registrazioni delle jam. Già me li immagino in sala prove. Qualcuno che abbozza l’arpeggio iniziale della psichedelicissima Cycles e nell’entusiasmo generale segue un crescendo di tastiere, basso e cori. Il tutto, facendo le cose nel modo più utile: senza fretta.

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