Fever Ray, la recensione di 'Plunge' | Rolling Stone Italia
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Fever Ray presidente dell’ONU

L'ultimo 'Plunge' è un disco eccentrico, sofisticato, a tratti forse pure schizofrenico. E guarda caso, farà scuola

Aveva già fatto scuola nel 2009, Fever Ray. La maggior parte della gente cazzeggiava con casse immense, synth grattoni e fidget house a 130 bpm – all’epoca sembrava l’unica evoluzione possibile dell’indie – ma lei, Karin Dreijer Andersson, spogliava già i suoi arrangiamenti di ingredienti inutili, lasciando a quei pochi elementi tutto lo spazio per respirare.

All’epoca del suo primo solista, l’omonimo Fever Ray, i Knife erano ancora vivi e vegeti. Ma l’idea di fare le cose per sé senza dover mettere a voto le scelte artistiche con il fratello Olof, altro membro del duo synthpop svedese, le ha fatto prendere il coraggio di intraprendere la strada solista (in teoria si sono sciolti).

Ora immaginatevi come avranno reagito i fan dopo che un adorabile caso umano – onestamente, lo è: pochissime apparizioni in pubblico, zero contatti con la stampa, vita quasi eremitica – dopo otto lunghi anni annuncia un album e in due giorni lo fa uscire. Uno nuovo, dopo quello che, come dicevamo, aveva fatto scuola all’epoca. Ebbene, Plunge vola ad almeno cinque metri da terra.

È un disco eccentrico, come sempre sofisticato, a tratti forse pure schizofrenico. E guarda caso, fa scuola pure lui. Con il J-Pop avanguardistico di To The Moon and Back, Karin suona già come quando fra 20 anni l’Europa sarà una sede distaccata dell’Asia. Le scale minori armoniche arabeggianti di Red Trails suggeriscono poi che in futuro gli americani potrebbero tagliare corto coi patriottismi e magari cominciare a vedere nel Medio Oriente una speranza anziché una minaccia. La soca frenetica IDK About You prevede con esattezza che in un futuro nemmeno poi tanto distante Salvini si innamorerà di una ragazza di Trinidad, pentendosi di tutte le cazzate dette sugli immigrati.

La dancehall minacciosa di Wanna Sip sarà l’inno della BrexIN, cioè della sterzata degli inglesi per tornare in Europa. In tutto ciò praticamente Fever Ray sarebbe presidente dell’ONU, mentre il fratello a casa a sucare perché i Knife si sono sciolti.

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