Chris Ware - Jimmy Corrigan | Rolling Stone Italia
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Chris Ware – Jimmy Corrigan

Leggi la recensione della ristampa del capolavoro di Chris Ware su RollingStone.it

Una riedizione non è di per sé una notizia. Non lo è se l’opera è “normale” e quindi compare e scompare, viene ritradotta, può piacere oppure no. Lo è però se si parla di un capolavoro come Jimmy Corrigan, graphic novel monumentale uscita nel 2000 e arrivata in Italia nove anni dopo per Mondadori. Da tempo fuori catalogo, oggi ritorna in libreria con una nuova traduzione: Jimmy Corrigan, il ragazzo più in gamba sulla terra, ovvero il titolo più influente dell’ultimo ventennio, di quello stesso Chris Ware che nel 2013 ha pubblicato Building Stories, un libro che è più altro una scatola piena di albi e cartoncini o, ancora meglio, una palazzina piena di storie.Ma chi è questo Jimmy? È un 36enne deboluccio e sfigatino che telefona sempre a sua madre e all’improvviso si ritrova a incontrare per la prima volta suo padre. Ok, è una sinossi stringata per un kolossal da quasi 400 pagine, in cui il vero protagonista è il concetto di figura paterna e in cui ci sono abbandoni, incontri imbarazzanti, molti interventi di Superman, incubi di padri che uccidono il proprio figlio e altri abbandoni. Un libro complicatissimo, che rimbalza da vignette minuscole dense di parole ai grandi panorami, dalle miniature alle esposizioni universali viste da lontano.Come recita l’introduzione del libro: “Sebbene non fosse nelle intenzioni dell’autore della presente pubblicazione produrre un’opera che alcuno potesse considerare ‘difficile’, ‘ermetica’ o, ancor peggio, ‘impenetrabile’, è sorto all’attenzione del nostro consiglio di ricerca che alcuni lettori, per via di una (interamente scusabile) ignoranza di certe mode che scorrono lungo gli affluenti della ‘cultura giovanile d’avanguardia’ di oggi, potrebbero ritrovarsi sprovvisti dei mezzi per intrattenere un dialogo semantico soddisacente con il teatro pittografico ivi offerto”. È l’intro più arrogante possibile, ma è il genere di cose che puoi scrivere se sei Ware e hai scritto il Grande Romanzo Americano. Voto: cinque stelle (ma francamente fuori concorso).

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Una riedizione non è di per sé una notizia. Non lo è se l’opera è “normale” e quindi compare e scompare, viene ritradotta, può piacere oppure no. Lo è però se si parla di un capolavoro come Jimmy Corrigan, graphic novel monumentale uscita nel 2000 e arrivata in Italia nove anni dopo per Mondadori. Da tempo fuori catalogo, oggi ritorna in libreria con una nuova traduzione: Jimmy Corrigan, il ragazzo più in gamba sulla terra, ovvero il titolo più influente dell’ultimo ventennio, di quello stesso Chris Ware che nel 2013 ha pubblicato Building Stories, un libro che è più altro una scatola piena di albi e cartoncini o, ancora meglio, una palazzina piena di storie.

Ma chi è questo Jimmy? È un 36enne deboluccio e sfigatino che telefona sempre a sua madre e all’improvviso si ritrova a incontrare per la prima volta suo padre. Ok, è una sinossi stringata per un kolossal da quasi 400 pagine, in cui il vero protagonista è il concetto di figura paterna e in cui ci sono abbandoni, incontri imbarazzanti, molti interventi di Superman, incubi di padri che uccidono il proprio figlio e altri abbandoni. Un libro complicatissimo, che rimbalza da vignette minuscole dense di parole ai grandi panorami, dalle miniature alle esposizioni universali viste da lontano.

Come recita l’introduzione del libro: “Sebbene non fosse nelle intenzioni dell’autore della presente pubblicazione produrre un’opera che alcuno potesse considerare ‘difficile’, ‘ermetica’ o, ancor peggio, ‘impenetrabile’, è sorto all’attenzione del nostro consiglio di ricerca che alcuni lettori, per via di una (interamente scusabile) ignoranza di certe mode che scorrono lungo gli affluenti della ‘cultura giovanile d’avanguardia’ di oggi, potrebbero ritrovarsi sprovvisti dei mezzi per intrattenere un dialogo semantico soddisacente con il teatro pittografico ivi offerto”. È l’intro più arrogante possibile, ma è il genere di cose che puoi scrivere se sei Ware e hai scritto il Grande Romanzo Americano. Voto: cinque stelle (ma francamente fuori concorso).

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