Assassin’s Creed: Syndicate | Rolling Stone Italia
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Assassin’s Creed: Syndicate

Nel 1868 Londra era molto diversa dal salotto chic che è oggi. Era un periodo di meraviglie tecnologiche, guidato dalla scienza e dal denaro. La Rivoluzione industriale aveva spinto verso le città masse di diseredati, disposti a lavorare nelle fabbriche anche per 15 ore al giorno: la forza motrice di un impero immenso, che comandava […]

Nel 1868 Londra era molto diversa dal salotto chic che è oggi. Era un periodo di meraviglie tecnologiche, guidato dalla scienza e dal denaro. La Rivoluzione industriale aveva spinto verso le città masse di diseredati, disposti a lavorare nelle fabbriche anche per 15 ore al giorno: la forza motrice di un impero immenso, che comandava un quarto delle terre emerse del pianeta. Il fumo delle ciminiere copriva il cielo delle aree industriali, e il 95% della popolazione non aveva diritto di voto. Interi quartieri della città erano in mano a bande di criminali. Era un tempo di pace, ma i poveri soffrivano come durante una guerra civile. Ubisoft ha scelto proprio questo momento storico meraviglioso e terribile per rilanciare il suo franchise più importante, dopo il passo falso di Unity, lo scorso anno – nonostante fosse ambientato al tempo della Rivoluzione francese, periodo eccitante per eccellenza, era funestato da problemi tecnici. Syndicate è ambientato solo 75 anni dopo l’episodio precedente, ma sembrano 500: nel giro di pochi decenni la società, ancora quasi medievale, è diventata simile alla nostra. È un cambiamento fondamentale per una serie come Assassin’s Creed, fondata sulla capacità di muoversi senza essere visti e di eliminare silenziosamente i nemici: dentro una città moderna, essere invisibili è la norma. E la Londra di Syndicate infatti brulica di vita, così come le sue strade sono percorse da carrozze trainate da cavalli (che per la prima volta possono essere comandate per spostarsi dentro la città come in un GTA pre-motore a scoppio). La ricostruzione storica della Londra di quel tempo è straordinaria, e più che un film in costume si ha l’impressione di guardare quelle inquietanti foto d’epoca che vengono colorate ex post: è difficile credere che il mondo allora fosse così nitido, così vivo, quando le immagini che portiamo impresse nella mente sono quelle plumbee delle prime, rudimentali, macchine fotografiche: ma il lavoro di ricerca di Ubisoft Québec è stato accuratissimo, e si vede. Per la prima volta, è possibile immergersi nei veri luoghi raccontati dai romanzi di Charles Dickens, e sarà molto interessante andare a rileggerseli mentre si gioca a Syndicate.REALISMO E RIFERIMENTI LETTERARI È evidente che con questo titolo Ubisoft sta cercando di tornare al successo di Brotherhood, ambientato nella Roma rinascimentale, prima che i capitoli successivi della serie complicassero troppo la trama e segnassero un leggero, ma costante, declino. Che Syndicate appaia fin da subito come un gioco moderno, che cerca di dare nuovo slancio a un brand inevitabilmente appannato, è chiaro anche dalla scelta dei due protagonisti, Jacob ed Evie: due eroi di pari livello, un uomo e una donna, che finalmente si rivolgono a ogni tipo di pubblico, al contrario di tanti altri grossi titoli dell’industria dei videogame, che fino a oggi hanno trascurato parecchio il pubblico femminile, a scapito di ulteriori guadagni.Syndicate sarà ricordato forse come una variazione di qualità su un tipo di struttura probabilmente già vecchio: se si cambiano gli abiti e l’ambientazione (e ovviamente alcune dinamiche di gioco), non è poi così diverso da titoli di successo come Shadow of Mordor, The Witcher 3, Batman: Arkham Knight o Metal Gear Solid V. Chi desidera qualcosa di nuovo non sarà troppo impressionato. Ma chi invece apprezza la ricerca di realismo storico e il coraggio di riferimenti culturali non banali (Charles Darwin e la sua Origine della specie, per esempio), non può che trovare in Syndicate un videogame intelligente e divertente al tempo stesso.ibs_button

Nel 1868 Londra era molto diversa dal salotto chic che è oggi. Era un periodo di meraviglie tecnologiche, guidato dalla scienza e dal denaro. La Rivoluzione industriale aveva spinto verso le città masse di diseredati, disposti a lavorare nelle fabbriche anche per 15 ore al giorno: la forza motrice di un impero immenso, che comandava un quarto delle terre emerse del pianeta. Il fumo delle ciminiere copriva il cielo delle aree industriali, e il 95% della popolazione non aveva diritto di voto. Interi quartieri della città erano in mano a bande di criminali. Era un tempo di pace, ma i poveri soffrivano come durante una guerra civile.
Ubisoft ha scelto proprio questo momento storico meraviglioso e terribile per rilanciare il suo franchise più importante, dopo il passo falso di Unity, lo scorso anno – nonostante fosse ambientato al tempo della Rivoluzione francese, periodo eccitante per eccellenza, era funestato da problemi tecnici. Syndicate è ambientato solo 75 anni dopo l’episodio precedente, ma sembrano 500: nel giro di pochi decenni la società, ancora quasi medievale, è diventata simile alla nostra. È un cambiamento fondamentale per una serie come Assassin’s Creed, fondata sulla capacità di muoversi senza essere visti e di eliminare silenziosamente i nemici: dentro una città moderna, essere invisibili è la norma. E la Londra di Syndicate infatti brulica di vita, così come le sue strade sono percorse da carrozze trainate da cavalli (che per la prima volta possono essere comandate per spostarsi dentro la città come in un GTA pre-motore a scoppio).
La ricostruzione storica della Londra di quel tempo è straordinaria, e più che un film in costume si ha l’impressione di guardare quelle inquietanti foto d’epoca che vengono colorate ex post: è difficile credere che il mondo allora fosse così nitido, così vivo, quando le immagini che portiamo impresse nella mente sono quelle plumbee delle prime, rudimentali, macchine fotografiche: ma il lavoro di ricerca di Ubisoft Québec è stato accuratissimo, e si vede. Per la prima volta, è possibile immergersi nei veri luoghi raccontati dai romanzi di Charles Dickens, e sarà molto interessante andare a rileggerseli mentre si gioca a Syndicate.

Assassin’s Creed Syndicate: Debut | Trailer | Ubisoft [NA]

REALISMO E RIFERIMENTI LETTERARI
È evidente che con questo titolo Ubisoft sta cercando di tornare al successo di Brotherhood, ambientato nella Roma rinascimentale, prima che i capitoli successivi della serie complicassero troppo la trama e segnassero un leggero, ma costante, declino. Che Syndicate appaia fin da subito come un gioco moderno, che cerca di dare nuovo slancio a un brand inevitabilmente appannato, è chiaro anche dalla scelta dei due protagonisti, Jacob ed Evie: due eroi di pari livello, un uomo e una donna, che finalmente si rivolgono a ogni tipo di pubblico, al contrario di tanti altri grossi titoli dell’industria dei videogame, che fino a oggi hanno trascurato parecchio il pubblico femminile, a scapito di ulteriori guadagni.

Syndicate sarà ricordato forse come una variazione di qualità su un tipo di struttura probabilmente già vecchio: se si cambiano gli abiti e l’ambientazione (e ovviamente alcune dinamiche di gioco), non è poi così diverso da titoli di successo come Shadow of Mordor, The Witcher 3, Batman: Arkham Knight o Metal Gear Solid V. Chi desidera qualcosa di nuovo non sarà troppo impressionato. Ma chi invece apprezza la ricerca di realismo storico e il coraggio di riferimenti culturali non banali (Charles Darwin e la sua Origine della specie, per esempio), non può che trovare in Syndicate un videogame intelligente e divertente al tempo stesso.

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