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Rollink Stone 17: Clod The Ripper, il tatuatore seriale

Mandate a letto i bambini e cominciate a pregare, il proprietario di "The INKfested House" sta bussando alla porta

Clod The Ripper, il tatuatore seriale - Foto di Marco Annunziata

Clod The Ripper, il tatuatore seriale - Foto di Marco Annunziata

Rollink Stone è un osservatorio sull’universo del tatuaggio moderno in continua e turbolenta espansione. Marco Annunziata fotografo e contributor da Europa e California per Inked, Rebel Ink, Total Tattoo, desideroso per una volta di esprimersi nella propria lingua madre, porta sulle pagine di RS le storie e i lavori di tattoo artists più o meno celebri, da New York a Termoli, passando per Copenhagen, dalle macchinette artigianali fatte con un walkman, uno spazzolino, una penna bic e una corda di chitarra, ai reality show ultra milionari.

Ciao Clod, cosa ci facciamo a Brugherio?
Sono nato a Milano e cresciuto in un paese dormitorio della provincia, mi sono poi trasferito qui in Brianza, in una cascina fuori dal tempo, in un paese finito sui giornali per essere legato alle vicende delle Bestie di Satana.

Come hai iniziato con i tatuaggi?
Quando mi sono messo ad ascoltare musica metal a 10 anni, mi ricordo di tutti questi capelloni pieni di tatuaggi su giornalini e copertine di dischi.
Escludendo gli esperimenti con ago e china quando ero al liceo, il mio primo vero tatuaggio me lo ha fatto Claudio Pittan appena compiuti 18 anni. Mi feci tatuare 3 teschi ed ossa varie, ovvero il simbolo di Mephisto il signore dell’odio. Ero un adolescente metallaro, un po’ disadattato e incazzato con il mondo, volevo sentirmi diverso e nello stesso tempo mettermi addosso una corazza dura che potesse difendermi dal resto della società.

Chi ti ha insegnato a dipingere? Sei andato a scuola d’arte?
Sono andato a qualche lezione in Accademia a Brera pur non essendo iscritto! Mio padre è da sempre un artista pazzo a tutto tondo, scultura, piuttura e sperimentazione! L’ho sempre stimato molto, anche se ormai sono circa 4 anni che non ci parliamo.

Quali sono gli artisti che influenzano di più il tuo lavoro?
Adoro illustratori come Dan Seagrave, Mark Riddik, Wes Benscoter, il mio caro amico e chitarrista dei Blasphemer Marco Hasmann, Hal Rotter e ovviamente H.R. Giger.

E la musica?
La musica è la mia vita! Per anni ho detto di essere un musicista e che tatuavo per potermi permettere di andare in tour con le mie band! I miei ascolti spaziano tra musica estremamente violenta (death/grind/hc) a musica estremamente depressiva (doom/goth).

E ora, suoni in una band?
Sono il bassista dei Blasphemer, combo brutaldeath dei quali a breve uscirà il nuovo disco e suono la batteria nei Modus Delicti, band più grind/hc, nata dalla ceneri dei Nobody, band dove militavano due membri delle Bestie di Satana di cui sopra che sono tutt’ora in galera ormai dal 2004.

Come descriveresti il tuo stile di tatuaggi?
Un mix di dark/gothic e gore, roba da metallari! Ho sempre amato il bianco e nero e le sfumature molto morbide e profonde, non mi piace lasciare porzioni di pelle non tatuate quindi ho sviluppato la capacità di fare dei grigi anche molto chiari su campiture estese che vengono molto apprezzati e richiesti.
Ultimamente sono un po’ stanco di tanta pulizia e perizia tecnica e sto cercando di fare un percorso di regressione artistica per creare pezzi più grezzi ed oscuri!
Lavoro principalmente a mano libera, disegnando sempre direttamente su pelle il soggetto che devo tatuare, un corpo non è una tela piatta e questo è l’unico modo per ottenere un risultato anatomicamente armonico specialmente con pezzi come i miei.

Hai mai trovato copie dei tuoi tatuaggi su Instagram?
Ho trovato spesso miei tatuaggi copiati, ma solitamente chi copia è un mezzo cane a tatuare, in ogni caso li contatto e gli dico quello che penso senza mezzi termini.
Instagram resta comunque uno strumento molto utile al nostro lavoro, diretto ed immediato e senza la rottura di palle di messaggi, poke, inviti, notifiche, eventi.

Chi è il tuo cliente tipico?
Una persona silenziosa, solitaria e introversa. Tatuo ovviamente molti metallari, sia musicisti che fanatici con i quali mi piace anche scambiare dischi e magliette, escluse quelle introvabili tipo questa dei Cannibal Corpse che indosso oggi.

Come sta andando il nuovo negozio a Brugherio?
Il theINKfested house va alla grande! Abbiamo aperto il 13 settembre scorso e siamo già in 3 tatuatori fissi, la nostra apprendista che migliora di giorno in giorno, una piercer e grandi artisti ospiti sia italiani che internazionali. Ogni mese facciamo anche mostre d’arte con aperitivo nello spazio theBasement.

Come è stato essere in TV?
Partecipare a Milano City Tattoo è stato divertente e stressante allo stesso tempo considerato che giravamo dalle 9 del mattino fino a tarda notte. L’ho fatto gratis (per tutti quelli che ancora mi riconoscono al ristorante e mi chiedono quanto siamo stati pagati!) e ho tatuato esclusivamente i miei clienti preferendoli ai vari rapper, calciatori e altri vip.

Hai un consiglio per i giovani tatuatori?
Siate umili e portate sempre rispetto per questa comunità! Disegnate invece di perdere tempo a ritoccare le foto dei pezzi per pubblicarle su Instagram, i tatuaggi devono essere belli dal vivo e durare una vita!

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