Una guerra contro il bagarinaggio online, con risultati ambigui | Rolling Stone Italia
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Una guerra contro il bagarinaggio online, con risultati ambigui

Adele, Chance the Rapper, Lin-Manuel Miranda e molti altri se la prendono coi bots che fanno razzia di biglietti, ma farà qualche differenza per i fan?

Foto di Jahi Chikwendiu/The Washington Post/Getty

Foto di Jahi Chikwendiu/The Washington Post/Getty

Anche se la star del musical Hamilton Lin-Manuel Miranda ha eliminato tutti i “bot” elettronici che alzano i prezzi di migliaia di biglietti e aiutano i bagarini e rivenderli a cifre esorbitanti, è improbabile che riesca a scalfire il mercato illegale. Colpito dai report per cui un bot all’inizio di quest’anno ha venduto 20,000 biglietti per il celebre show di Broadway, e che i bagarini hanno fatto 15,5 milioni di dollari rivendendo i biglietti per 100 spettacoli, all’inizio del mese Miranda ha fatto squadra con il senatore Chuck Shumer per annunciare una proposta di legge che prevede multe fino a 16,000 dollari per chi usa i bot. «Sono così spaventato dal modo con cui i bagarini fanno gli stronzi con i prezzi» ha detto Miranda a Rolling Stone.

Tuttavia mentre i bot sono un enorme problema nel business dei concerti dal vivo – secondo il procuratore generale di New York nel 2013 uno sviluppatore di software ha comprato centinaia di migliaia di biglietti, per poi venderli per 31 milioni di dollari via StubHub – è difficile sia l’unico problema all’interno di un mercato illegale di rivendita dagli introiti stimati per 8 miliardi di dollari. «La questione dei bot non è altro che una cortina di fumo» ha detto Rob Wilmshurst, amministratore delegato di See Tickets, che ha gestito il tour di Adele nel Regno Unito e da quel momento si è espanso verso Los Angeles: «Dare la colpa di tutto questo a R2-D2 è un po’ grossolano».

Adele chiede agli acquirenti dei primi 3,000 posti di mostrare anche la carta di credito usata per comperare i biglietti per entrare ai suoi concerti

Alcuni artisti stanno ancora provando a combattere contro il fenomeno del bagarinaggio. Adele è una fra le molte superstar che ha provato a prevenire che bagarini e broker si aggiudichino i posti migliori – per ogni suo spettacolo del tour nelle arene, ha richiesto che gli acquirenti dei primi 3,000 posti mostrino la carta di credito per entrare. Chance the Rapper ha comunicato via Twitter che i bagarini «sono persone avide e senza talento cui nemmeno piace che la musica spenda un po’ di più all’inizio per arrivare più tardi» e ha dichiarato che ogni posto a sedere per il suo Magnificent Coloring Book Festival sarebbe stato venduto sul suo sito ufficiale per 25 dollari.
Ciò nonostante le iniziative sono risultate in gran parte inefficaci: nonostante Adele avesse fissato i prezzi per il suo spettacolo di settembre al Madison Square Garden da un minimo di 40 a un massimo di 150 dollari, i biglietti sono stati venduti per più di 9,500 dollari su StubHub, dove la cantante è stata nominata “l’artista più venduta” del sito; i biglietti di Chance sono riveduti per un massimo di 500$.

Praticamente tutte le persone coinvolte nella vendita dei biglietti si oppongono ai bots – portavoce di StubHub, Ticketmaster e della National Association for Ticket Brokers hanno riferito di supportare il BOTS Act proposto da Schumer. “Feriscono il mercato, i consumatori e i fan”, ha detto Tod Cohen, consigliere generale di StubHub e responsabile degli affari pubblici. “È un modo terribile in cui le persone hanno abusato dei sistemi, è necessaria una legislazione che risolva il problema”.

Tuttavia, anche senza i bots, i fan hanno passato momenti difficili tentando di accaparrarsi i posti migliori per i grandi spettacoli, dato che spesso vengono reindirizzati su siti di rivendita pochi secondi dopo aver prenotato i biglietti (e qualche volta addirittura prima). Nel suo report uscito all’inizio di quest’anno, il procuratore generale di New York Eric Schneiderman, ha definito la rivendita di biglietti “un gioco assodato”, accusando artisti, promoter e locali di riservare il 46% dei biglietti agli “addetti ai lavori”. «Non vogliono che il pubblico sappia di quanti pochi biglietti sono disponibili», ha detto Gary Adler, direttore esecutivo della National Association for Ticket Brokers.

Anche artisti come Miley Cyrus, Metallica e Radiohead non tollerano il bagarinaggio

Alcuni artisti non tollerano il bagarinaggio – Eric Church annulla regolarmente le vendite dei fan club ai compratori che si adattano in maniera cospicua ai modelli dei bagarini, Miley Cyrus, Metallica, Radiohead e molti altri hanno usato il sistema paperless di Ticketmaster, che richiede ai fan di mostrare un documento d’identità prima di entrare ai concerti. “Entrambi sono sintomi, ma non sono la malattia – i bagarini sono la malattia”, ha detto FIeldinf Logan, che dirige i tour di Church e Black Keys. «Se riuscissimo a far sì che la rivendita cessi del tutto, sarebbe di grande aiuto».

Ciò nonostante, la rivendita di biglietti è ancora legale nella maggior parte degli stati, e anche gli artisti più famosi e i promoter hanno cambiato il loro approccio davanti all’evoluzione del business che dai venditori agli angoli delle strade è passato a un sofisticato business online dominato da StubHub e eBay. Michael Rapino, capo della celebre Live Nation, ha incoraggiato gli artisti ad alzare i prezzi dei biglietti in modo da competere con i bagarini – come ha fatto Hamilton a giugno, aumentando il prezzo dei posti migliori da 475 a 850 dollari. E Ticketmaster, di proprietà di Live Nation, ha incoraggiato gli artisti a partecipare ai propri servizi di rivendita come TM+ e TicketsNow. Queste compagnie bandiscono la “vendita speculativa” sui biglietti che non sono stati resi disponibili al pubblico – come gli abbonati stagionali agli eventi sportivi che sanno di aver compreso nel pacchetto abbonamento un posto a sedere per lo spettacolo di Madonna. «Dobbiamo eliminare i cattivi consumatori», ha detto Joe Berchtold, chief operating officer di Live Nation Entertainment.

Per ora il metodo più chiaro per affrontare il bagarinaggio consiste nel combattere i bot, così come proposto dal BOTS Act di Shumer e da un’identica legislazione proposta alla Camera nel 2015. Gli artisti che da lungo tempo combattono il bagarinaggio supportano questi sforzi, ma sono scettici riguardo alla loro reale efficacia. «Il problema è che la maggior parte delle transazioni fatte dai bot non avviene negli Stati Uniti», ha detto Stuart Ross, direttore del tour di Tom Waits. «È come in Whack-a-Mole, lo spettatore medio non ha alcuna possibilità».