OK Go e le allucinazioni visive di "The Writing's on the Wall" | Rolling Stone Italia
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OK Go e le allucinazioni visive di “The Writing’s on the Wall”

Il nuovo video della band si ispira alle illusioni ottiche di Salvador Dalí e Felice Varini

OK Go e le allucinazioni visive di "The Writing's on the Wall"

OK Go e le allucinazioni visive di "The Writing's on the Wall"

OK Go - The Writing's On the Wall - Official Video

Di Nick Murray

I precedenti video degli OK Go hanno mostrato di tutto: iniziarono con l’ormai famosa danza sui tapis roulant, poi ci furono i cani “ballanti”la complessissima macchina di Rube Goldberg e la macchina “suonante”, ma quest’ultimo del nuovo singolo The Writing’s on the Wall li supera tutti.
La clip, in esclusiva dopo l’assaggio di qualche giorno fa, riprende i quattro componenti della band che si muovono dentro uno spazio industriale a Brooklyn in cui sono state preparate e dipinte una serie di illusioni ottiche.
In un frame, una carrellata riprende la faccia del bassista Tim Nordwind davanti a una pila di spazzatura mentre in un’altra il titolo appare come una scritta vera che in realtà nasconde un falso muro. Tutto quello che compare nel video non sono altro che illusioni ottiche.

Ci sono volute circa 3 settimane per montarlo e 50 take per girarlo tutto; senza dubbio un video complesso girato con lo scopo di dare alle grafiche geometriche degli artisti Felice Varini e Dan Tobin Smith (che ha disegnato la cover dell’album Blueprint 3 di Jay Z) il senso del movimento. L’ispirazione viene dal testo della canzone che racconta il diverso modo di vedere le cose di una coppia al momento della rottura di una relazione. La connessione tra il video e il testo diventa chiara quando una telecamera svela un sms che riporta “Pensavo di averti capito e invece mi sbagliavo.”

Il frontman e co-regista Damian Kulash ci spiega:

Per me era importante non cedere alla tentazione di aggiungere un’altra interpretazione, di attribuire un significato che non fosse già presente. Volevamo lanciare dei messaggi durante il video ma senza che prendessero il sopravvento sulla canzone e dessero la sensazione di stare leggendo piuttosto che vedere e ascoltare la musica.
Fare in modo che la gente non si perdesse la canzone o la desse per scontata era la vera sfida.

Ma anche se alcuni possono perdersi i significati nascosti e i simboli che appaiono nella canzone il cantante non sembra preoccuparsene troppo.

Quando è uscito il video con i tapis roulant siamo diventati famosi da un mese all’altro e sapevamo che così avremmo rischiato di essere visti come una band da una hit e basta. Quello che potevamo fare era decidere in quale delle due direzioni andare: potevamo provare a controllare la situazione e cercare di andare oltre, come hanno fatto i Radiohead con Creep, oppure cavalcare l’onda e ok… andare (gioco di parole con il nome della band OK Go)… e direi che ha funzionato.

Il nuovo album degli OK Go, Hungry Ghosts, è previsto per ottobre.