La società che gestisce i diritti di Neil Young ha fatto causa a Spotify | Rolling Stone Italia
News Musica

La società che gestisce i diritti di Neil Young ha fatto causa a Spotify

Wixen Music Publishing ha accusato il servizio di streaming di non pagare per i diritti d'autore, e chiede 1,6 miliardi di dollari di danni

La società che gestisce i diritti di Neil Young ha fatto causa a Spotify

Neil Young nel 1976

Wixen Music Publishing è la società che gestisce i diritti d’immagine di Neil Young, Tom Petty, Weezer, Doors e molti altri e, negli ultimi giorni, ha depositato una causa legale contro Spotify: l’accusa è di aver utilizzato migliaia di canzoni senza averne i diritti di riproduzione. Wixen chiede 1,6 miliardi di dollari di risarcimento danni. La causa è l’ultima di una lunga lista di accuse rivolte a Spotify, tutte legate alla gestione dei diritti d’autore. Le canzoni registrate e pubblicate sul mercato producono due tipologie di diritti diversi: il diritto di paternità dell’opera, che rimane all’autore, e quello di riproduzione meccanica, di solito di proprietà dell’etichetta discografica.

«Prima di entrare nel mercato americano Spotify ha acquisito i diritti lavorando con le etichette, ma per riuscire ad anticipare la concorrenza non ha raccolto le informazioni necessarie», si legge nell’accusa depositata da Wixen, «e di conseguenza non ha acquisito i diritti di molte composizioni». Lo scorso anno Spotify ha patteggiato – impegnandosi a pagare 43 milioni di dollari – dopo un’accusa molto simile, una class action organizzata dagli autori David Lowery e Melissa Ferrick. All’interno del roster di Wixen ci sono, oltre ai nomi già segnalati in cima all’articolo, Tom Morello, Dan Auerbach, Donald Fagen, David Cassidy, Stevie Nicks, Kim Gordon.

Altre notizie su:  Neil Young Tom Petty spotify