"Il silenzio è dolo", una canzone contro le mafie | Rolling Stone Italia
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“Il silenzio è dolo”, una canzone contro le mafie

Marco Ligabue ha messo in musica una lotta partita da un'inchiesta giornalistica contro brogli elettorali a Palermo. Per rompere il silenzio.

Metti insieme due cantautori, un rapper, un giornalista 21enne e un’imprenditrice che ha detto no al pizzo. La scena è quella di una sala stampa romana, piazza Montecitorio. Sono lì a presentare una canzone, ma non solo. Per capirci qualcosa forse è meglio riavvolgere il nastro.

Maggio 2014, Villabate, paese in provincia di Palermo il cui consiglio comunale è stato sciolto per mafia tre volte negli ultimi 15 anni. Ismaele La Vardera, 21 anni, scopre che c’è qualcosa di losco nella scelta degli gli scrutatori per le prossime elezioni europee: sono tutti imparentati o vicini a chi ha il potere in Comune. Denuncia la vicenda attraverso Telejato, in cui lavora come inviato, ma il caso deflagra a ottobre 2014, quando il suo servizio viene ripreso da Le Iene. Sindaco, vicesindaco e tre assessori sono costretti alle dimissioni.

Palermo, domenica 19 ottobre. Ismaele è al concerto di Marco Ligabue (fratello di Luciano), che, alla fine, si intrattiene a lungo a salutare i fan. Lo avvicina e gli racconta di sé, delle difficoltà di Villabate e della voglia di riscatto dei giovani. Marco ne rimane colpito: «Cosa posso fare per te?». La risposta è spontanea: «Sei un cantautore, scrivi una canzone». Dopo una ventina di giorni il pezzo è abbozzato e per la realizzazione l’autore coinvolge due amici siciliani, il rapper Othelloman e il cantautore Lello Analfino, frontman dei Tinturia.

Il silenzio è dolo comunque vuole essere anche un video virale e una petizione che attraverso una raccolta di firme online (su change.org) chiede di rendere sempre aggiornato e pubblico un database di tutti i beni confiscati alla mafia (beni mobili, immobili, comparti aziendali e gli importi sequestrati nei conti correnti).

I promotori chiedono a tutti un contributo: guardare la camera del proprio smartphone, con uno scotch sulla bocca, strappare il nastro e urlare “il silenzio è dolo” (l’hashtag è #ilsilenzioèdolo).

 

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