Il report del live degli Arcade Fire a Villafranca | Rolling Stone Italia
News Musica

Il report del live degli Arcade Fire a Villafranca

Il loro segreto è il mix: creano attesa nel pubblico. Ma non bastano i coriandoli finali sparati sul pubblico a stupirlo e nemmeno la maschera di Papa Francesco. Ma la musica quella sì, basta

Il report del live degli Arcade Fire a Villafranca

Benvenuti alla grande festa degli Arcade Fire. Una festa di coriandoli, fasci di luci, specchi, lustrini, quella di ieri sera a Villafranca di Verona, alla quale ha partecipato anche Papa Francesco. Senza alcuna presa in giro: sul finale del concerto anche la sua maschera, indossata dal leader Win Butler, è comparsa sul palco per ballare e cantare. Geni del marketing, animali da palco multi-strumentisti e sicuramente amanti dei party, gli Arcade Fire hanno regalato un ottimo show sotto un cielo che minacciava continuamente un temporale torrenziale con fulmini e saette, ma che alla fine ha risparmiato il pubblico del Castello Scaligero.

Erano una decina in scena (loro sei più i percussionisti) ma sembravano molti di più. Vestiti eleganti e luccicanti come, mesi fa, anche ai fan avevano raccomandato di presentarsi (ma in pochi ieri hanno seguito il suggerimento), sono partiti con il singolo Reflektor, dall’ultimo album. E poi è stato un susseguirsi di pezzi vecchi e nuovi, tratti dai loro quattro album, da Rebellion a Ready To Start, da Haiti a Exit, con scenografie sempre ai massimi livelli. Video talvolta poetici, talaltra tripudio di allegria, con palme, fiumi in piena, foreste amazzoniche. I volti della band canadese ripresi e proiettati con colori psichedelici. La mirror ball da discoteca che proiettava le luci in giro.

Il loro segreto è il mix: portare strumenti inusuali per il rock come l’arpa, il violino, il violoncello, il glockenspiel, la fisarmonica, lo xilofono e unirvi anche l’elettronica anni ’80 nonché la rara, la musica haitiana, Paese d’origine di Régine Chassagne, moglie di Win. Si scambiano anche gli strumenti durante lo show e tutto questo, come mi raccontò al telefono mesi fa Tim Kingsbury (basso e chitarra) per creare attesa nel pubblico, per far sì che la gente possa chiedersi: “E ora cosa faranno mai?”.

Forse sapendo tutto questo, non bastano i coriandoli finali sparati sul pubblico a stupirlo e nemmeno la maschera di Papa Francesco. Ma la musica quella sì, basta. I motivi per cui, al momento, sono la band più chiacchierata del mondo e amata da David Bowie, Chris Martin e Bono Vox sono tutti lì sul palco.