Il giro in limousine di Bob Dylan e John Lennon (strafatti) | Rolling Stone Italia
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Il giro in limousine di Bob Dylan e John Lennon (strafatti)

A 50 anni dall'incontro storico, un breve estratto dal film inedito "Eat the Document"

Nel maggio 1966, John Lennon e Bob Dylan diventarono gli unici due seri candidati per il titolo di “Portavoce di una Generazione”. Al picco della loro creatività, entrambi stavano cercando di rompere con il loro passato, facendo musica che non aveva alcun precedente. Dylan, che aveva appena allargato la definizione di “pop song” con Like a Rolling Stone, aveva completato l’esteso doppio album Blonde On Blonde. Il rivoluzionario Revolver dei Beatles non sarebbe uscito fino alla fine dell’estate ma le sessioni di registrazione erano già iniziate qualche settimana prima con Tomorrow Never Knows di Lennon, un pezzo che mescolava testi acidi e filosofici con una produzione innovativa.

Le uniche riprese video di Dylan e Lennon insieme furono girate durante questo meraviglioso annus mirabilis. Ma non riguardano un incontro artistico di alto livello. Piuttosto, la camera ha filmato le parole confuse di due rock star incredibilmente fatte in giro per Londra, nel retro di una limousine. Nonostante non stessero risolvendo i problemi del mondo, la scena è comunque uno sguardo affascinante e diretto sul rapporto stretto che legava le due stelle.

Girato il 27 maggio del 1966 dal regista D.A. Pennebaker fa parte di Eat the Document, il seguito del suo documentario dell’anno prima, Don’t Look Back, che trattava del primo tour inglese di Dylan. Il musicista non fu felice dell’approccio da cinéma vérité del primo film e decise di dirigere le riprese lui stesso, questa volta. Questo secondo viaggio nel Regno Unito fu ancora più felice del primo, grazie al controverso utilizzo della chitarra elettrica, che diede vita ad alcune delle contestazioni più calde della storia del rock. Ma al posto di concentrarsi sulle sue performance elettriche e sulle avventure in backstage, Dylan decise di riprendere delle scene surreali, completamente improvvisate, con i membri del suo entourage.

Una di queste scene mostra Dylan e Lennon in giro per la zona Hyde Park di prima mattina, dopo una notte passata nella casa in città del Beatle.

«Avevano un rapporto divertente, innanzitutto», ha ricordato Pennebaker in un’intervista del 1999 a Gadfly magazine. «In questa scena in particolare stavano cercando di inventare qualcosa di divertente per me, ma allo stesso tempo stavano cercando di farlo per loro stessi». Per essere gentili, i discorsi di questi parolieri di primo livello sembrano più un’associazione libera di James Joyce che uno scritto pungente di Oscar Wilde. Gente meno cortese lo definirebbe il parlottare incomprensibile di due drogati. Dylan in particolare sembra molto in difficoltà. «Non era esattamente una conversazione», racconta Pennebaker. «Dylan era così fuori controllo e in uno stato così terribile che dopo qualche minuto penso non capisse più neanche lui il significato delle sue parole».

Senza nessun senso logico, i due parlano del motivo per cui gli inglesi riuscirono a battere Hitler nella Seconda Guerra Mondiale, di nostalgia, di baseball e di alcuni nomi della scena musicale del tempo, dai Mamas and the Papas a Johnny Cash. L’unica costante è la nausea di Bob Dylan.

«Dylan era così fuori controllo che dopo qualche minuto penso non capisse più neanche lui il significato delle sue parole»

Lennon ricordò quel momento molto chiaramente in un’intervista con il fondatore di Rolling Stone, Jann Wenner nel 1970. «Nel film, si vede che borbotto e commento tutto il tempo, come succede quando sei fatto. Ero stato sveglio tutta la notte. Facevamo i sapientoni, è davvero terribile. Ma era la sua scena, questo era il problema. Era il suo film. Ero nel suo territorio, ecco perché ero così nervoso».

L’ansia di Lennon ha iniziato a crescere da quando Dylan gli ha chiesto di essere nel film. E forse aveva ragione ad essere nervoso. Dylan aveva appena pubblicato 4th Time Around, che veniva di volta in volta indicato come un affettuoso tributo o come una feroce parodia di Norwegian Wood di Lennon. E lo stesso Lennon è passato da un’interpretazione all’altra per tutta la sua vita.

Nonostante il Beatle abbia spesso pubblicamente apprezzato Dylan, definendolo “il migliore nel suo campo” in un’intervista del 1964, i complimenti furono raramente corrisposti. Dal canto suo però, virò su un campo più elettrico poco dopo che i Beatles registrarono i primi successi. Nonostante il rock & roll fosse parte integrale delle sue radici, il suono e il successo dei Fab Four contribuì in modo decisivo a questo cambio di stile. “A Dylan piaceva dire quanto i Beatles impararono da lui”, ha detto il road manager Neil Aspinall all’autore Phillip Norman in John Lennon: The Life. “John di solito borbottava, ‘Ha imparato qualcosa anche da noi'”.

Si dice che la coppia si incontrò soltanto un’altra volta dopo il ’66, in occasione del concerto di Dylan all’Isola di Wight del 1969. Nonostante l’ammirazione di Lennon per Dylan sia rimasta più o meno intatta, di sicuro si è affievolita dopo questa uscita in macchina. Forse, il fatto di vedere il suo idolo in una condizione del genere gli fece perdere la sua aura eroica. Lennon recensì New Morning di Dylan con un brusco “non era un granchè” e dieci anni dopo disse a Playboy che aveva smesso di “ascoltare a fondo” i suoi lavori. D’altra parte, invece, la considerazione di Dylan per Lennon è aumentata con il passare del tempo, fino al tributo Roll On John, l’ultima traccia di Tempest, il suo album del 2012.

La versione finale di Eat the Document è stata rifiutata dai distributori ed è al momento ufficialmente inedita. Ma sia il film che alcune scene sono circolate sul circuito bootleg e sono al momento ampiamente disponibili on line, per custodire e far conoscere questo storico incontro tra due poeti del rock.

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