Il 2018 sarà l'anno di Capo Plaza | Rolling Stone Italia
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Il 2018 sarà l’anno di Capo Plaza

Il rapper di Salerno comanda la piazza a suon di 'cazzimma'.

Il 2018 sarà l’anno di Capo Plaza

«C’è ancora bisogno di fare degli album», racconta Luca “Capo Plaza” D’Orso dall’altro capo della cornetta, «la musica non è una cosa passeggera, ed è l’album a parlare per l’artista». Lui, però, “cacciarime” classe ’98, come tutti i suoi coetanei ha cominciato caricando i suoi pezzi su YouTube.

La trilogia dei suoi video Allenamento ha già macinato 29 milioni di views. Una specie di guida turistica nuda e cruda alla vita di strada nella sua Salerno, che lascia a Luca il doppio vantaggio di allenarsi nelle rime e di farsi conoscere. «Chiamarli freestyle mi sembrava anonimo, l’hanno già fatto troppe persone. Non c’è un nesso tra un video e l’altro, sono soltanto esercizi di stile». L’idea gli è venuta da alcuni rapper in Francia, dove è radicata l’abitudine di crearsi la propria serie di video e continuarla. «Nessuno in Italia l’aveva fatto prima di me. E in ogni caso non ha avuto il mio stesso successo».

Qualcosa, forse proprio la sua cazzimma da “capo della piazza”, deve aver fatto colpo su Ghali e i ragazzi di Sto Records, che ci hanno messo un secondo a proporgli un disco (di cui sentiremo parlare parecchio quest’anno). «Fin da subito c’è stata sintonia», racconta. «E poi conosco Ghali da molto tempo, venivo a Milano perché collaboravo spesso con Sfera. Ora per me è come un fratello». Molto prima che i pezzi grossi della trap italiana facessero il botto, Plaza già faceva scappatine milanesi per divertirsi nei club.

Ok, ma se Luca ha 19 anni oggi, quando diamine ci è entrato in quelle discoteche? «Eh, avevo 14 anni», ridacchia. «La sera in cui ho conosciuto tutti ero all’after party del concerto di Gué». Era solo una mossa strategica: Luca non è uno da feste, e il posto meno probabile dove trovarlo a Salerno è proprio la discoteca. Preferisce bere una birra al bar con gli amici oppure stare in studio, a fare musica e fumare. «Non sono un casinista, ma sia chiaro: quando c’è da divertirsi, non mi tiro mai indietro».

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