Florence + The Machine a Milano: «Mettete via i cellulari almeno per una canzone» | Rolling Stone Italia
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Florence + The Machine a Milano: «Mettete via i cellulari almeno per una canzone»

Una grande festa in salsa bohémien guidata da un'egregia domatrice di pubblico, in grado di zittire un Forum tutto esaurito per cantare della sua rinascita

Florence + The Machine a Milano per la prima tappa italiana dell'How Blue Tour - Foto di Ikka Mirabelli

Florence + The Machine a Milano per la prima tappa italiana dell'How Blue Tour - Foto di Ikka Mirabelli

Se siete degli emotivi tenetevi lontani dai concerti di Florence + The Machine o vi sentirete come dopo un’ora e mezza di montagne russe. Qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto. Una cosa estremamente liberatoria certo, ma è il lato oscuro del messaggio d’amore di Florence Welch a renderla così magnetica.

La ricetta di Florence Welch è molto semplice: l’ingrediente principale è una buona dose di energia e carisma in salsa bohémien che la nostra ninfa rossa mette nel correre e ballare scomposta da una parte all’altra del palco, con i suoi ricci preraffaelliti per aria mentre canta di quella rinascita in cui ognuno di noi neanche tanto segretamente spera.

Florence

Lei entra con un po’ di ritardo porgendo fiori freschi ai fan delle prime file, per stabilire subito un contatto con loro, con noi. Si parte con What the Water Gave Me, una canzone da Ceremonials (2011), poi ci si tuffa subito nel nuovo album con il singolo Ship to Wreck. Letteralmente. Perché Florence è una di quelle che ti canta in faccia, si sporge, ti cerca, ti parla e ti coinvolge.

A un certo punto, poco prima di Third eye, dev’essersi accorta dell’abuso di smartphone all’interno di un Forum strapieno di gente, tutto esaurito da mesi. E lei, che balla scalza e praticamente struccata sul suo palco, raccoglie le collane di fiori dalle mani dei fan e chiede di fare altrettanto: «I cellulari ai concerti non mi piacciono, metteteli via almeno per una canzone. Se vi concentrate sui telefoni non riuscite a godervi le emozioni. Dobbiamo connetterci tutti insieme». Ha ragione, ma nessuno pare ascoltarla: «Ti vedo con il telefono in mano», scherza con le prime file e sorride, sorride sempre. Anche nell’esternare sofferenze e delusioni, quasi come fosse un esorcismo più che una pratica liberatoria: urlare a gran voce delle proprie ferite per lenirle.

How Big Tour è un’ottima confezione per How Big, How Blue, How Beautiful, canzone che dà il titolo all’ultimo album e che ne ha definito l’inizio, cuore della scaletta, eseguita in un mare di palloncini e luci blu dopo You’ve Got the Love, cantata da tutti a gran voce (soprattutto dalla Welch). Ma il prezzo del biglietto vale la sola esecuzione di Cosmic Love in acustico con arpa. E per le chitarre di What Kind of Man, unico vero momento rock del concerto. I tre fiati saranno stati contenti di suonare, richiesta dal pubblico, Queen of Peace. E anche dell’incredibile festa esplosa durante Shake It Out.

Ma parliamoci chiaro, siete venuti tutti per battere le mani fuori tempo durante Dog Days Are Over e allora fatelo, Florence si toglie addirittura l’auricolare per controllare se lo state facendo nel modo giusto. Chissà se l’Italia ha mantenuto alto l’onore delle platee di tutto il mondo. Volete rimediare? Ad aprile sono previste altre due date in Italia e per ora non sono ancora andate sold-out.

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