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Congratulazioni, Dottor Morricone!

L'Università Statale di Milano ieri ha conferito un Maestro commosso la laurea honoris causa in "Scienze della Musica e dello Spettacolo"

Foto: Riccardo Diotallevi - Istituto Italiano di Fotografia’

Foto: Riccardo Diotallevi - Istituto Italiano di Fotografia’

Ennio Morricone entra in sala a piccoli passi fra gli applausi. Indossa una toga nera dall’interno porpora. Saluta tutti, accenna un inchino col capo e poi si siede in prima fila. C’è gente ovunque nell’Aula Magna dell’Università Statale di Milano: seduti, accovacciati, in piedi per qualcosa come due ore.

Tutto pur di assistere al conferimento della laurea magistrale honoris causa in “Scienze della Musica e dello Spettacolo” al Maestro. «Non so mai come iniziare i discorsi» si confida Gianluca Vago, Magnifico Rettore, spezzando la formalità della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2016-2017. «Pensate che, quando studiavo, un mio compagno di corso vendeva gli incipit per i temi. Iniziavano tutti con: “Sin dall’alba dei tempi, l’uomo..”» Alternando battute e aneddoti a questioni più spinose come l’istruzione e il futuro, Vago prepara il terreno a uno degli interventi più succosi della mattinata, che culmina con la laurea. È quello di Kurt Deketalaere, segretario generale dell’associazione delle università di ricerca europee, sulla post-verità, un brillante invito a ridare agli atenei e più in generale alla scienza e ai fatti la ragione sulle opinioni e sulle tentazioni irrazionalistiche. Una condanna bella e buona a Brexit e Trump, che sicuramente avrà apprezzato il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, seduto in prima fila. Ma non è che un piccolo preludio alla cerimonia.

C'era una volta in America- Deborah's Theme

«Nella musica amo molto le pause» sale finalmente sul palco Morricone dopo una laudatio appassionata del professore Cesare Fertonani. «Parlerò e ci saranno molte pause», dice commosso al microfono con la voce spezzata dall’emozione, strappando manco a dirlo risate e applausi. Non è il suo primo titolo ricevuto ad honorem—prima è arrivata nel 2000 in Lingue e Letterature Straniere dell’Università degli Studi di Cagliari e la seconda nel 2002 in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Ma Milano è un posto speciale per Morricone. Qui, il compositore ricorda le sue più memorabili direzioni d’orchestra alla Scala e sempre qui è nato e vive Antonio Ballista, suo grande amico pianista, anche lui sul palco. E proprio all’amico milanese e ad Antonio Canino, Morricone ha dedicato Varianti per Ballista Antonio Canino Bruno, una composizione per due pianoforti e orchestra d’archi scritta apposta per la cerimonia e suonata per la prima volta sotto gli occhi del Maestro e della moglie Maria. Una pièce sperimentale, che inizia con i due piano «costretti nella stessa ottava», come descrive il Maestro, e che conferma le parole del professore Fertonani nella laudatio. La decisione di conferire la laurea a Morricone non fa da ciliegina su una torta farcita di premi Oscar e film di successo, ma da premio per un’attitudine esploratrice, coraggiosa, in continua ricerca. E per chi ancora avesse dubbi, il resto del lavoro l’ha fatto l’orchestra dell’università guidata da Alessandro Crudele, che conclude la mattinata con il Tema di Debora da C’era Una Volta In America. Brividi e lacrimoni ovunque: nessuno lo dice, ma per tutti è la migliore festa di laurea di sempre.

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