"Comunisti col Rolex": la recensione traccia per traccia del disco di J-Ax e Fedez | Rolling Stone Italia
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“Comunisti col Rolex”: la recensione traccia per traccia del disco di J-Ax e Fedez

Mentre in USA Trump diventa ufficialmente Presidente, la coppia d’oro del rap-pop sgancia l’album che insedierà la nostra estate. Paese che vai, eventi politici che trovi

Un dettaglio dalla copertina di "Comunisti col Rolex" di Fedez e J-Ax

Un dettaglio dalla copertina di "Comunisti col Rolex" di Fedez e J-Ax

Dopo un enorme battage pubblicitario, ufficiale o improvvisato su Instagram Stories, è uscito Comunisti col Rolex, l’album della nuova coppia della musica J-Ax e Fedez, che dopo aver conquistato l’estate 2016 (secondi a Rovazzi, ovviamente) hanno unito le forze per un album di 16 tracce che definiscono “coraggioso”: l’obiettivo è appropriarsi di un insulto riferito a loro stessi, “Comunisti col Rolex”, per commentare alcuni aspetti della società e di loro stessi. Il disco, rap nella tecnica di canto ma smaccatamente pop nella musica e nelle intenzioni, è prodotto da Takagi & Ketra, duo dietro la produzione di altre hit come Roma-Bangkok e Oroscopo. È un album che era un successo telefonato ancora prima di uscire – tanto che i biglietti dei live vanno via come il pane. Non avrebbe bisogno di segnalazioni o di essere recensito prima dell’ascolto, perché non sentirete altro nei prossimi mesi. Ma è anche pieno di contraddizioni, sia interne all’album che rispetto a quello che comunicano all’esterno i due autori. E visto che l’album è piuttosto rappresentativo di un certo tipo di musica pop italiana, e lo sarà per molto tempo, ci è sembrato necessario commentare tutte le tracce del disco.

1. ASSENZIO feat Stash & Levante

Si apre con un bis di featuring il disco della coppia d’oro. Ce n’era bisogno? Sì e no. La voce di Stash è utile per accalappiare i fan dei Kolors aggiungendo pochino al risultato finale. Quella di Levante fa esattamente la stessa cosa, ma puntando a un pubblico diverso. È un’apertura un po’ atipica, e questo va riconosciuto. Le barre che rappano Ax e Fedez sono parecchie, i ritornelli ci sono e non ci sono e la lunghezza del pezzo è quasi esagerata per il mondo del pop. Eppure le radio lo passano senza sosta. Perché? Perché sono loro due. A volte i nomi bastano a rendere radiofonico un pezzo. Più del pezzo stesso. M.Z.

2. COMUNISTI COL ROLEX

Nella title track, che musicalmente ricorda una versione modern country di Il Funkytarro, Fedez e J-Ax elencano una serie di luoghi comuni sulla ricchezza e sulla sinistra ricca, quella apostrofata come «Comunisti col Rolex». Parlando del pezzo, i due rapper hanno spiegato di aver avuto l’idea dopo aver letto alcuni commenti su di loro in cui venivano additati come, appunto, comunisti col Rolex, perché parlano di temi sociali anche dopo aver avuto molto successo. L’espressione non dovrebbe mostrare incoerenza, ma merito: quello di essersi arricchiti onestamente. L’idea stessa di comunista col Rolex è démodé, ma lo è anche il valore dato ai soldi in questo pezzo, una versione dell’edonismo reaganiano masticata e sputata dal rosichìo social e 5stelle. È vero che in Italia il successo degli altri è mal sopportato, soprattutto quando accompagnato da grandi fatturati, e può avere senso prendere in giro questo vizio. Ma allora che differenza c’è tra questo brano e uno qualsiasi di Bello Figo (sui luoghi comuni degli italiani contro gli immigrati), al di là dei soldi dedicati alla produzione? Che Bello Figo prende smaccatamente per il culo, facendo incazzare i più stupidi, mentre Fedez e J-Ax dietro il celolunghismo di chi ce l’ha fatta cercano di nascondere un bisogno di accettazione. C.G.

3. IL GIORNO E LA NOTTE feat Giusy Ferreri

Non è la prima volta che Giusy Ferreri conferma di essere la persona giusta da contattare quando si vuole cantare un ritornello. Che sia un brano estivo o, come in questo caso, il travagliato racconto di una storia d’amore, con lei il risultato si porta a casa. Certo, qualcuno lo aveva capito prima. F.F.

4. SENZA PAGARE

Mi è stato detto che Senza Pagare sarà la hit dell’estate. È la tipica 4 chord song e fin qui nulla di male per un tormentone. Non mi disturba nemmeno poi tanto l’idea che ogni anno tutte le hit da spiaggia debbano somigliare a un pezzo raggaeton dei cugini dei Major Lazer, senza nemmeno alternare un anno sì e uno no con un po’ di cassa dritta. Insomma, quello che mi dà da pensare della presunta futura riempipista dei villaggi vacanze 2017 è l’aridità di qualcuno che si vanta di scroccare ingressi in discoteca, ristoranti, ecc solo perché è famoso. Se davvero diventerà una hit, sarà forse la più triste di sempre, più banale di una classica canzone d’amore. Persino Roma-Bangkok di Baby K era più interessante, almeno si parlava di viaggi esotici e la cosa almeno in parte giustificava il solito vocal synth altalenante copiato a Diplo e soci. C.B.

5. FRATELLI DI PAGLIA

La verità è che J-Ax e Fedez vorrebbero un beat di Charlie, ma non lo saprebbero usare (semi-cit.). C.G.

6. TUTTO IL MONDO È PERIFERIA

Analisi obiettiva: in questo mondo siamo diventati tutti zarri. O almeno, sono sparite le divisioni evidenti tra una nazione e l’altra. Che poi è semplicemente l’effetto indesiderato della globalizzazione al ribasso a cui ci siamo piegati a causa di social e compagnia. I centri sociali, ma quelli abitati da teenager, ringraziano e portano a casa. P.s: “Scappavo da Salvini e ho trovato Trump”. Eh no, zio Ax. Scappavi da Grillo semmai. Ah, le populiste. M.Z.

7. MILANO INTORNO

“Per me è sì”, per dirla come uno dei due. O giro la sedia, come faceva l’altro. Il ritornello scritto da Calcutta funziona benissimo, il testo, in generale, è uno dei più maturi del disco e l’atmosfera è quella giusta. Milano di notte ha il suo fascino naturale ma che viene intaccato dalla gente che non sa più sognare. Eureka. M.Z.

8. VORREI MA NON POSTO

È quasi passato un anno da quando questa traccia faceva capolino per accompagnarci per mesi e mesi e mesi. Ha il grande pregio di essere sfacciatamente pop, parlando di questioni social, di grattacapi da follower. E il grande difetto di esserlo: i due possono dire all’infinito che non hanno una formula magica per il successo. Ma questa canzone è la prova che un paio di alchimie le hanno messe a punto. Momento gossip, Fedez nomina il cane di Chiara Ferragni, lo stesso di cui oggi ha una foto nell’ingresso di casa. Primo singolo azzeccatissimo, commercialmente parlando. M.Z.

9. L’ITALIA PER ME feat. Sergio Sylvestre

Questo brano è l’altra faccia della medaglia di «Comunisti col Rolex»: da una parte cercano di far capire che guadagnare è cosa buona e giusta, in L’Italia per me Fedez e J-Ax parlano con nostalgia dei tempi in cui erano persone normali, umili, quando rappavano nei centri sociali, baciavano le tipe al Luna Park e dormivano coi fratelli sul letto a castello. La nostalgia è la grossa piaga del pop italiano, e ormai siamo arrivati a farcene una ragione, ma quando è nello stesso album che ha come title track un pezzo che prende in giro chi non si fa una ragione dei guadagni dei due rapper, di cui hanno tutto il diritto di vantarsi, inizia il corto circuito, perché nel brano l’Italia migliore è solo quella umile. Da che parte stanno i due? Durante la conferenza stampa, J-Ax ha detto che volevano fare un brano positivo sull’Italia perché se hanno fatto i soldi è merito degli italiani. Questo è un tema ricorrente dell’album: i soldi. Che ci siano o meno. C.G.

10. MUSICA DEL CAZZO

Una mia amica studiava cinema a Londra. Scrisse la sua prima sceneggiatura e le diede come titolo «Could be worst», potrebbe essere peggio. L’insegnante le disse che bisogna sempre cercare di evitare di titolare un’opera con un’espressione che potrebbe essere usata contro l’opera in questione. Nel suo caso ad esempio, un critico avrebbe potuto scrivere una recensione di tre parole: «no, non potrebbe». Qui la recensione non sarebbe neanche necessaria.
A proposito di dissing: per aver detto che gli NWA sono musica del cazzo una volta ti sparavano. C.G.

11. PICCOLE COSE feat Alessandra Amoroso

Il comunicato stampa dice così di Piccole Cose: “Alessandra Amoroso è il featuring del brano che più rappresenta l’album: nonostante tutto ciò che puoi ottenere e comprare con il successo, proverai sempre nostalgia per cose piccole e semplici.” Tipo entrare pagando il biglietto? PLOT TWIST! Vedi traccia numero 4. C.B.

12. CUORE NERD feat. Alessia Cara

Brano a tema «rivincita dei nerd», sul fascino dei ragazzi appassionati di tecnologia, serie tv e fumetti in un’epoca ipertecnologica come la nostra, con il featuring della italo-canadese Alessia Cara. Brano senza pretese, pop estivo leggero, non propriamente rivoluzionario, ma sicuramente adatto e rassicurante al ciringuito della spiaggia. C.G.

13. ANNI LUCE feat Nek

Se sei amico di Maria sei amico di J-Ax, e di conseguenza anche di Fedez. Forse è questo il giro che ha portato alla scelta Nek come featuring per Anni Luce, ballad che non entrerà nella storia ma che, perlomeno, ci allontana per qualche minuto dalle lezioni di vita presenti nel disco, riportandoci alla dimensione cuore-amore che tanto piace alle fan. La strofa funziona meglio del ritornello e in più abbiamo qualcosa da confessare: il nostro debole per l’inflessione emiliana di Nek. F.F.

14. MEGLIO TARDI CHE NOI feat Arisa

Melodrammatica canzone sulla fine di un amore, con Arisa chiamata a cantare un ritornello che dice, in pratica, “Era meglio che non ci incontravamo”. Il piano e il campione all’inizio sembrano presi da un producer di L.A., e la traccia è tra le più puramente rap dell’album. E, tra l’altro, senza nessuna polemica, senza nessun dissing. Piccola nota sulla formazione di Fedez: “Ho fatto la scuola della strada ma non ho mai fatto i compiti”, praticamente ha studiato presso “la strada”. E sicuramente lavora presso “se stesso”. M.Z.

15. ALLERGIA feat. Loredana Bertè

C’è qualcosa di incredibilmente struggente nel sentire Loredana Bertè cantare un ritornello di Calcutta, forse una delle cose migliori dell’album, una coppia che dovrebbe continuare a collaborare. Nel complesso, è un brano cupo incentrato sull’ansia e sui suoi effetti. Tolte un paio di citazioni un po’ troppo fatte per il gusto di farle (un Putin buttato lì, un deputato buttato là) il brano è la collaborazione migliore del disco, in cui «ognuno fa il suo». C.G.

16. PIENO DI STRONZI

Lo Ska Punk con gli ottoni nel 2017 è una mossa coraggiosa, va riconosciuto a Fedez e J-Ax. Così come arrivare alla conferenza stampa di Comunisti Col Rolex a bordo di una Jeep Willys dell’esercito americano. C.B.

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