15 album per festeggiare il compleanno di Miles Davis | Rolling Stone Italia
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15 album per festeggiare il compleanno di Miles Davis

Abbiamo scelto i momenti migliori della carriera del trombettista: da 'Kind of Blue' fino a 'Bitches Brew'

15 album per festeggiare il compleanno di Miles Davis

«Ho cambiato la storia della musica cinque o sei volte», ha detto una volta Miles Davis. Il trombettista non aveva tutti i torti: la sua capacità di affrontare generi sempre diversi lo ha reso uno degli artisti più influenti del 20esimo secolo, una figura che trascende sia il jazz che la musica stessa. Abbiamo scelto di festeggiare il suo compleanno ascoltando un (bel) po’ della sua musica. I 15 dischi che abbiamo scelto rappresentano tutti i momenti più importanti della sua carriera. Eccoli:

Birth of the Cool

Il primo album in cui Miles Davis ha revisitato il jazz: qui si è allontanato dalla frenesia bop per accogliere maggiore lirismo e spazialità.

Walkin’

Miles Davis ha pubblicato questo disco nel pieno dell’era hard bop. Walkin’ è una celebrazione fisica e potentissima delle sue origini blues. L’epocale title track scalcia e strilla, e nonostante tutto, le composizioni suonano sempre alla Miles Davis.

Round About Midnight

Il quintetto più sofisticato di sempre. La rilettura delle ballad è eccezionale: in questo disco Miles Davis si dimostra un grandissimo bandleader, uno dei momenti più alti della fase centrale della sua carriera.

Miles Ahead

La collaborazione con l’arrangiatore e amico Gil Evans lo ha aiutato a ripensare il concetto di big band jazz. Il lavoro di Evans qui è magistrale, raggiunto solo dall’incredibile performance alla tromba di Miles Davis.

Kind of Blue

Il suo capolavoro. Aiutato da Coltrane, Bill Evans e Cannonball Adderley, con questo disco Davis ha portato la musica modale nel linguaggio jazz.

Sketches of Spain

Questo è uno dei lavori più introspettivi della coppia Miles Davis – Gil Evans. L’album è ricco di composizioni misteriose e affascinanti, piene di influenze iberiche e arricchito da una serie di assoli sconvolgenti.

Live at the Plugged Nickel 1965

Questo live è stato registrato in un momento in cui Miles Davis era pronto a cambiare ancora: la sua nuova band era piena di giovani (Wayne Shorter, Tony Williams, Ron Carter e Herbie Hancock) e lo ha aiutato a immaginare il futuro della sua musica. Imperdibile.

Miles Smiles

La formazione di metà anni sessanta, un quintetto, bilanciava perfettamente la scrittura più tecnica con momenti dalla grande intensità emotiva. Questo è uno dei dischi di Miles Davis più interessanti per chi studia musica al giorno d’oggi.

In a Silent Way

Quest’epica cavalcata spaziale è puntellata dalle tastiere di Joe Zawinul e dalla chitarra di John McLaughlin. Qui Miles riflette sul fascino che esercitava su di lui la musica pop.

Bitches Brew

Il trionfo della fusion. Questo è un disco visionario, pieno di esplorazioni che hanno sconvolto il panorama jazz di tutto il mondo (e non solo).

On the Corner

Questo disco è il tentativo di Miles di competere con gli Sly Stones e con altri artisti della scena funk che ammirava: il risultato è un disco urbano, pieno di ritmo e con qualche ammiccamento al mondo musicale dell’India e dell’Africa.

Dark Magus

A metà degli anni settanta il jazz di Miles Davis era diventato puro suono. Dark Magus è uno dei dischi più enigmatici e disturbanti del trombettista, influenza fondamentale per tutti i musicisti più coraggiosi dell’epoca.

Star People

Star People è uno dei dischi più convincenti dell’ultimo periodo di Miles Davis. È un album jazz rock: non poteva quindi mancare il contributo di John Scofield, il chitarrista simbolo di questo tipo di produzioni.

Aura

Palle Mikkelborg è un compositore e arrangiatore danese. Aura è la sua rilettura del lavoro fatto da Miles Davis negli anni ’70: il trombettista ha confermato la bontà del progetto suonando alcuni assolo di tromba.