Intervista a Ozzy Osbourne: «Fare la rockstar è un ‘fottuto’ dono di Dio» | Rolling Stone Italia
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Ozzy Osbourne: «Fare la rockstar è un ‘fottuto’ dono di Dio»

Ha chiuso con alcol e droghe e ora racconta la sua vita: «Dopo una discussione, un giorno ho detto a mio figlio: “Tu che cazzo vuoi dalla vita?”. E lui mi ha risposto: “Un papà”. È stato come se mi avesse colpito con una pietra in fronte»

Ozzy Osbourne: «Fare la rockstar è un ‘fottuto’ dono di Dio»

Foto via IPA

L’intervista esclusiva a Ozzy Osbourne estratta dal nuovo numero di Rolling Stone in edicola

Qual è la parte migliore del successo?
Non dover mai fare un lavoro che non ti piace veramente. Poter dire che il proprio “mestiere” è un fottuto dono di Dio.

Il tuo matrimonio ha subito diversi scossoni, compresa una relazione extraconiugale di cui si è parlato parecchio. Eppure tu e Sharon siete ancora insieme dopo 35 anni. Qual è il vostro segreto?
Non farsi mai beccare con l’amante (ride).

Ok…
È una faccenda di rock & roll. Quando ero ancora uno scoppiato del cazzo, sono stato fortunato che Sharon non mi abbia mollato. Ora sono pulito e sobrio ormai da cinque anni, e ho capito quanto sono stato idiota. Intendiamoci, sono ancora pazzo, ma leggermente più in controllo… Non sono fiero delle cazzate che ho fatto. Soffro per quello che ho fatto a mia moglie e alla mia famiglia, che per colpa mia hanno provato la vergogna. Amo mia moglie.

Cosa hai imparato dalla paternità?
A dire il vero non sono stato tanto un padre, quanto un altro ragazzino delinquente per mia moglie. Dopo una discussione, un giorno ho detto a mio figlio: “Tu che cazzo vuoi dalla vita?”. E lui mi ha risposto: “Un papà”. È stato come se mi avesse colpito con una pietra in fronte. Sono tornato in me: “Jack, cazzo, mi spiace”. Il mio ego aveva sempre avuto la meglio. Pensavo di avere il diritto di fare tutto quello che volevo. Ma non è così, perché se metti qualcuno al mondo poi hai delle responsabilità. Sharon è una di quelle mamme che dopo un volo attraverso mezzo mondo torna a casa e porta i figli allo zoo o al cinema. Io invece passavo tutto il giorno sbronzo al bar. Ma il fatto che ora sia sobrio dà ai miei la speranza che io sia qui per restare. Oggi il rapporto con i miei figli va alla grande.

Se qualcuno ti dicesse che vuole fare uno show televisivo sulla sua famiglia, cosa risponderesti?
Di stare attento, perché fama e successo non fanno bene all’ego. Tutti ne abbiamo uno, ma dipende da come lo usiamo. Bisogna evitare di diventare stronzi, di trattare male la gente. Non è facile.

Ozzy Osbourne ritratto da Mark Summers


Come controlli il tuo ego?
Ho sposato una donna buona. Una sera ero a teatro con lei, e non ero particolarmente in forma. Un ragazzo viene da me per parlare e gli dico: “Senti, non è un buon momento”. Lui insiste e io lo mando a fanculo. Allora Sharon mi fa: “Non dirlo mai più. Questi ragazzi sono la ragione per cui siamo qua”. Ho chiesto scusa al ragazzo. Ma non è che ogni minuto mi sento come Babbo Natale.

Cosa hai capito oggi sull’alcol e le droghe?
Quando non ti piaci più da stonato, allora hai un problema serio. Non sono uno di quelli che si ripulisce e dice agli altri: “Non dovresti bere”. Se ora potessi ubriacarmi e passarmela bene, non sarei al telefono con te. Sarei in un cazzo di bar. Ma oggi l’alcol mi butta giù.

È forza di volontà?
No, è accettazione. L’altro giorno ho detto a Sharon: “Tutti i miei partner di sbronze sono morti. E nessuno è tornato indietro per dirmi quanto fosse figo da quella parte. Voglio esserci per la gente. E soprattutto non amo la maniera in cui mi sentivo dopo che mi facevo o bevevo, o entrambe le cose.

Come lo hai capito?
Quando ho iniziato a svegliarmi nei vicoli, ricoperto dal mio piscio.

Come ti rilassi ora?
Mi masturbo (ride). No, ho una stanza a casa in cui dipingo. Mi limito a mischiare i colori. Non sono in alcun modo un artista, ma mi do da fare, realizzo modelli e ascolto musica anni ’80. Oppure guardo la tv: sono ossessionato dal Trono di Spade, come il 90% della popolazione mondiale.

Di recente hai portato a termine il Black Sabbath’s The End Tour. Che ne pensi della pensione?
È per la gente della mia età. “Ho 65 anni, smetto di lavorare”. E poi muoiono, cazzo. Mio padre ha preso un po’ di soldi dal suo lavoro, si è fatto un giardino ed è morto. Non proprio il massimo dopo tutti quegli anni passati a lavorare in fabbrica. No, non mi ritiro. La gente mi vuole ancora in giro, perché dovrei?

Cosa hai imparato dai morsi che hai dato in testa a pipistrelli e colombe?
Che Ozzy vale un po’ più di quelle storie. La gente ricorda Robin Hood e Jesse James, Bonnie e Clyde, Al Capone. Non ricorda chi ha fatto del bene. È solo folklore.

Da dove viene la tua energia?
Non fosse stato per la musica, probabilmente sarei morto. Da piccolo ero povero. Non siamo mai andati in vacanza, non abbiamo mai avuto un’auto, vivevamo in una casa minuscola. Ho fatto un bel po’ di passi in avanti. La mia vita è benedetta.