I Punkreas festeggiano 25 anni: «Ripartiamo dai concerti e dal nostro pubblico » | Rolling Stone Italia
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I Punkreas festeggiano 25 anni: «Ripartiamo dal nostro pubblico»

Dopo la ristampa dei primi 4 album, sono pronti a un tour «celebrativo e leggero», con una scaletta piena di classici. Si inizia sabato 17 gennaio

Venticinque anni di punk rock militante. I Punkreas li festeggiano con un tour che partirà sabato 17 gennaio dal Leoncavallo di Milano, luogo simbolo per la band di Parabiago, e la ristampa dei loro primi quattro lavori – Isterico, United Rumors of Punkreas, Paranoia e Potere ed Elettrodomestico –, acquistabili sia separatamente sia in formato cofanetto. «Ripartiamo dal live, dalla nostra storia e con il nostro pubblico », è il commento del gruppo, che sul palco eseguirà alcuni classici del suo repertorio. Unico neo: l’abbandono, annunciato lo scorso ottobre, del chitarrista Flaco. «Una cosa che ci fa male, ma di cui abbiamo deciso di non parlare», dice Noyse.

Va bene, ma perché non parlarne?
È una vicenda molto nostra. Anzi, siamo contenti che i nostri fan abbiano compreso questa nostra scelta e non ci stiano assillando su quanto successo. In realtà a breve scopriranno che abbiamo dato l’esclusiva ad Alfonso Signorini! (ride; ndr). No, dai, scherzo, però dato che è stato un cambiamento faticoso da affrontare, preferiamo concentrarci sul presente, andare avanti con l’entusiasmo di sempre.

Il video di “Voglio armarmi” (2000):

Avete provato a calcolare il numero di concerti che avete fatto in tutti questi anni?
No, ma… cavoli, dovremmo, sono tantissimi. Il primo in assoluto io l’ho vissuto da spettatore, sarei entrato nella band poco dopo. Eravamo a un concorso musicale a Rescaldina, dalle nostre parti, si respirava un’atmosfera sonnecchiante, tranquilla, a esibirsi c’erano perlopiù cantautori. Poi a un certo punto salirono sul palco i Punkreas – ai tempi facevano ancora cover –, e di colpo la situazione si ribaltò, esplose in un pogo devastante. Tanto che il giorno dopo uscì un articolo intitolato, ce l’ho ancora chiaro in testa, «Creste alte, profili bassi», in cui si condannava questo «strano parapiglia» che si era scatenato la sera prima. Per la cronaca i Punkreas si piazzarono penultimi, prima degli Anti Stress, che facevano hardcore.

Il cofanetto "Punkreas XXV Paranoia Domestica", con i primi 4 album

Il cofanetto “Punkreas XXV Paranoia Domestica”, con i primi 4 album

Beh, l’Italia non è mai stata la culla del punk.
Esatto. Quando abbiamo iniziato nel circuito alternativo andava forte il metal, non a caso in tanti non capivano perché mai avessimo deciso di buttarci sul punk. Ma era il genere che ci piaceva, ne apprezzavamo l’irruenza, l’immediatezza, la spontaneità. Poi a metà anni 90 scoppiò l’ondata del punk californiano con la Epitaph, i Bad Religion, gli Offspring, i Rancid, e allora in Italia nacquero un sacco di gruppi del genere, fare punk diventò di moda e a quel punto noi eravamo avvantaggiati, perché rispetto agli altri avevamo cominciato prima, ci eravamo già costruiti una storia fondata su basi solide.

Il video de “Il Mondo” (2014):

In quel periodo che cosa significava per voi il termine «punk»?
Innanzitutto va detto che da noi il punk è arrivato in ritardo, in Inghilterra si era diffuso molto prima in risposta ai problemi legati alla rivoluzione industriale e all’aumento della disoccupazione, ed era un genere assolutamente nichilista, basato sul «no future» dei Sex Pistols. Il punk italiano, invece, è sempre stato legato al circuito dei centri sociali e non è mai stato nichilista. Noi non vogliamo il futuro che tu hai precostituito per noi, ne vogliamo un altro: era questo il messaggio. Non che mancasse la contestazione, solo era associata a un contenuto propositivo fondato su quello che successivamente sarebbe diventato il motto del movimento no global: «un altro mondo è possibile». Ecco, per noi fare punk significava questo, dal punto di vista dei testi ci sentiamo parte di quella stagione lì, mentre musicalmente le nostri fonti d’ispirazione sono sempre state le sonorità «leggere» dei Bad Religion e degli Operation Ivy, il gruppo da cui poi sono nati i Rancid.

Per noi coerenza significa
non arrendersi, non restare uguali a se stessi.

Oggi si può ancora credere che un altro mondo è possibile?
È obbligatorio, potrà essere un’utopia, ma se no cos’altro ci rimane? Sicuramente l’avvento delle nuove tecnologie e altri fattori hanno modificato il modo di comunicare, di stare assieme, i centri sociali non sono più gli spazi aggregativi di una volta, però sono ancora attivi e in ogni caso per i Punkreas la coerenza è sempre stata la linea guida. Laddove coerenza non significa necessariamente restare uguali a se stessi, significa non arrendersi.

“Il Vicino”, suonata dal vivo:

Due anni fa avete collaborato con Fedez, rapper che nel frattempo è diventato un personaggio tv, politicamente schierato con il Movimento 5 Stelle. Vi imbarazza?
Perché? Anche lì è successo tutto in modo naturale. Un amico comune ci disse che Fedez era nostro fan e ci propose di fare qualcosa con lui. Noi non sapevamo chi fosse, lo abbiamo incontrato, solo che quello che aveva in mente non ci convinceva, per cui gli abbiamo detto: «Ok, facciamo qualcosa assieme, ma solo se ci viene l’idea giusta». Poi, ragionandoci, ci siamo resi conto che quello che poteva interessarci era scrivere un brano contro il modo maschilista in cui la figura della donna è trattata nell’hip hop, per lanciare un messaggio forte e significativo a un pubblico diverso dal nostro. Così è nata la canzone Santa Madonna, inclusa nel disco di Fedez, Sig. Brainwash. Chi ha pensato fosse un’operazione commerciale non ha fatto i conti con i Punkreas, visto che cantare «Eva Puttana, Santa Madonna, così la chiesa ci insegnò cos’è la donna» non è una grande strategia se vuoi entrare in rotazione sulle radio commerciali.

Ora vi aspetta questo tour celebrativo.
Celebrativo e leggero: saremo in sette su un furgone, carichiamo gli strumenti e via. È un passaggio fondamentale per noi, lo abbiamo organizzato per più motivi. Il primo è che ce l’hanno chiesto in tanti, il secondo è che per noi è un’esperienza catartica, perché è bellissimo tornare alle nostre radici, rifare i vecchi pezzi. E non per replicarci, ma perché ricordarsi da dove si è partiti è sempre importante.

Ecco le date del “Paranoia Domestica Tour” dei Punkreas:
17 gennaio – Milano, Leoncavallo
22 gennaio – Catania, Industrie
24 gennaio – Marghera (Ve), Rivolta
31 gennaio – Brindisi, Dopolavoro
14 febbraio – Firenze, Flog
27 febbraio – Roma, CSOA (ex Snia Viscosa)
28 febbraio – Perugia, Urban
7 marzo – Cesena, Vidia
14 marzo – Genova, Zapata
20 marzo – Fontaneto d’Agogna (No), Phenomenon
21 marzo – Brescia, Magazzino 47

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