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Albert Hammond Jr. non ha tempo per gli Strokes

"Momentary Masters" è il miglior exploit di un membro degli Strokes da anni. Una sorpresa: «Quando ho raggiunto il successo con una band mi è venuta voglia di fare anche altro»

Albert Hammond Jr

Albert Hammond Jr

La vita di Albert Hammond Jr. sembra uscita da una telenovela. Il padre, musicista inglese, è diventato ricco scrivendo hit da classifica per altri; la madre, modella argentina, è diventata famosa vincendo concorsi di bellezza in Sudamerica. A 13 anni i genitori lo iscrivono nel più prestigioso collegio svizzero che esista (l’Institut la Rosey, dove hanno studiato anche Ranieri di Monaco, l’Aga Khan, lo Scià di Persia e il re del Belgio, per intenderci). E proprio in collegio conoscerà Julian Casablancas, suo compagno di scuola che qualche anno dopo lo recluterà come chitarrista degli Strokes, trasformandolo in una rockstar. Tutte esperienze che ha riversato nelle sue canzoni e in particolare nei suoi album solisti, l’ultimo dei quali, Momentary Masters, è uscito il 31 luglio: secondo molti – noi compresi, vedi recensione sul numero di luglio/agosto – è il miglior exploit di un membro degli Strokes da anni a questa parte. Non sappiamo se lui sia d’accordo con questa affermazione, ma senz’altro quando lo raggiungiamo al telefono a Los Angeles sembra felice e soddisfatto.

Albert Hammond Jr. - Losing Touch [OFFICIAL VIDEO]

Hai sempre sognato di fare (anche) il solista?
Quando ero ragazzino sognavo di far parte di una band, in realtà, ma quando poi ho fatto successo con una band mi è venuta voglia di fare anche altro, per allargare i miei orizzonti. Ho iniziato tardi, ma col tempo credo di essere migliorato, ho più fiducia in me stesso. Le canzoni di Momentary Masters mi piacciono molto, dalle melodie all’arrangiamento fino ai testi. Trovo che siano le migliori che io abbia mai scritto.

Quando scrivi senti mai il peso del confronto con tuo padre?
No, cerco di fare le cose a modo mio: quando si tratta di musica ciascuno ha il suo viaggio, unico e irripetibile. Sono gli altri a fare paragoni tra di noi, ma evito di farmi condizionare dal mondo esterno. Preferisco mettermi pressione da solo anziché farmela mettere da qualcun altro!

In un’intervista hai dichiarato che Momentary Masters è una specie di lettera al te stesso del passato. In che senso?
In realtà era una battuta, ma comunque è vero che a seconda dell’età ci sono diverse versioni di noi stessi, e con quest’album ho cercato di dir loro addio. Tutti noi cambiamo e cresciamo di minuto in minuto: oggi, ad esempio, ho riascoltato il disco e mi ha dato sensazioni diverse rispetto a quando lo scrivevo. La musica migliore è quella che cambia a seconda di chi ascolta e del tempo che passa. In ogni caso preferisco quando la gente entra in sintonia con la mia musica senza dar retta a tutte le cazzate che dico durante le interviste…

Ecco, restando in tema: perché hai deciso di intitolare l’ultima canzone Side boob (che sarebbe quello scorcio laterale di tette tanto amato dalle celebrities di Instagram)? Oltretutto non parla neanche di quello!
Era il titolo provvisorio che avevo dato alla traccia mentre ci lavoravo, e alla fine l’ho tenuto così per non sembrare una persona troppo seria. Tutti amano le tette: il side boob è intrigante, per gli uomini perché puoi dare una sbirciatina senza sembrare un maniaco, per le donne perché puoi metterle in mostra senza sembrare volgare. È elegante, insomma!

A proposito di eleganza: qualche anno fa hai lanciato una linea di abiti sartoriali da uomo. Ti interessi ancora di moda?
Mia mamma dice che a due anni già insistevo per scegliermi i vestiti da solo. È una passione che è continuata anche quando ho cominciato a fare musica: da ragazzino cercavo di copiare il look dei miei artisti preferiti. Ovviamente non è che tutto il mio mondo giri intorno a questo, però esprimere la propria personalità indossando un certo tipo di abito aiuta.

Chiudiamo con una domanda obbligata: come procede con gli Strokes? C’è davvero un nuovo album in cantiere?
Me lo chiedono continuamente, come se io nascondessi qualcosa o lavorassi per la CIA. La verità è che non lo so neanche io, e che se ci fosse qualcosa di concreto lo sapreste! Ogni tanto ci viene l’idea di fare un incontro di pianificazione con gli altri della band, magari dopo qualche mese che non ci vediamo, ma comunque io sono troppo concentrato sul mio disco adesso. Sarò in tour per tutto l’autunno, non avrò un giorno libero: non ho davvero il tempo di pensarci.

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