I migliori scherzi delle rockstar | Rolling Stone Italia
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I migliori scherzi delle rockstar

Da Johnny Cash che compra 500 pulcini (e li libera in un hotel) ad Adele che inganna i suoi imitatori, vediamo le gag più geniali nel giorno del pesce d'aprile

I migliori scherzi delle rockstar

Le rockstar sembrano avere una particolare inclinazione per incasinare le menti altrui. Forse perché esiste una certa quantità di adolescenza atrofizzata che si accompagna al mestiere, o forse perché i musicisti hanno bisogno di distrarsi con attività creative che combattano la noia di una vita spesa principalmente in studio a registrare o in giro a suonare.

In onore del giorno del Pesce d’aprile, ecco una lista di venti scherzi memorabili perpetrati da musicisti famosi negli ultimi 50 anni. Alcuni di questi scherzi sono spensierati, altri bizzarri e altri ancora decisamente bastardi. Ma in media, tutti superano di gran lunga il classico palloncino per le scoregge o la stretta di mano elettrificata.

Adele ha preso in giro alcuni suoi imitatori

Adele at the BBC: When Adele wasn't Adele... but was Jenny!

La potente voce di Adele e il suo spirito divertente sono stati protagonisti dello speciale della BBC del 2015 dedicato alla cantante, soprattutto nella parte in cui ha indossato un naso e un mento finti per infiltrarsi in un’audizione per imitatori di Adele. Dopo essere stata in backstage con gli ignari partecipanti, Adele, usando il nome di “Jenny the nanny”, è salita sul palco e ha lasciato partire la sua inconfondibile voce, scatenando le risate (e le lacrime) degli altri quando hanno capito di aver passato la serata di fianco al loro idolo.

Elton John è diventato un gorilla per Iggy

Da sinistra, Iggy Pop e Elton John (Foto SGranitz/WireImage)

Nell’ottobre 1973, durante un concerto degli Stooges in un piccolo locale di Atlanta, Elton John, che all’epoca era già una delle più grandi pop star al mondo – decise di dimostrare tutto l’amore e l’ammirazione che aveva per i progenitori del punk invadendo il palco dentro a un vestito da gorilla. Sfortunatamente, Iggy Pop in quel periodo era sotto un treno di speed, e quando si palesò il gorilla uscì letteralmente di testa. Elton (convinto a fare lo scherzo da alcuni membri dello staff di Creem magazine) per paura di essere aggredito sul palco da Iggy e il chitarrista James Williamson, fiutò il passo falso e si tolse subito la maschera rivelando la propria identità.

Mike Patton ha messo qualcosa nel succo d’arancia di Axl Rose

Da sinistra, Axl Rose e Mike Patton (Foto Michael Putland/Getty Images, Mick Hutson/Redferns/Getty Images)

Sembra che i Faith No More non abbiano mai fatto niente di peggio nella vita della loro partecipazione come opening act allo sfortunato tour dei Metallica con i Guns N ‘Roses del 1992. E di questa esperienza fa parte un piccolo scherzo pensato dal frontman Mike Patton: durante il tour si infilò dentro il tour bus di Axl Rose, cagò dentro la scatola di un succo di arancia, richiuse con cura il contenitore e lo mise nel frigorifero. Non c’è documentazione di quello che successe dopo, ma è divertente immaginare Axl aprire la scatola con Patton alle spalle che urla: “Welcome to the jungle!”

Michael Jackson chiamava di continuo Russell Crowe

Da sinistra, Michael Jackson e Russell Crowe (Foto Bob King/Getty Images, Vera Anderson/Getty Images)

Archetipo della popstar che non vuole mai crescere, Michael Jackson amava fare scherzi di continuo. Soprattutto, amava fare scherzi telefonici: in particolare, chissà per qualche ragione, alla star del cinema Russell Crowe. Secondo l’attore, Jackson lo ha tele-stalkerizzato per anni, in qualunque posto fosse. “Non l’ho mai incontrato, non gli ho mai stretto la mano, ma aveva scoperto il nome che utilizzavo quando soggiornavo negli hotel “, ha detto Crowe al The Guardian qualche anno fa. “Chiamava di continuo, faceva questo genere di cose, come facevi a 10 anni: ‘Il signor Wall è lì? La signora Wall è lì? Ci sono dei Wall lì? Allora cosa sta tenendo su il tetto?’”. Anche se l’umorismo era simile a quello di un bambino delle elementari, l’ostinazione di Jackson (e la scelta inaspettata della vittima) praticamente elevava lo scherzo a una sorta di performance artistica.

Rolling Stone e i finti super gruppi


Gli album di bootleg e i supergruppi erano gli argomenti più caldi nel 1969, così il redattore delle recensioni Greil Marcus prese due piccioni con una fava con una recensione satirica di un nuovo bootleg album intitolato The Masked Marauders. Marcus sosteneva (e sta qui lo scherzo) che il disco fosse stato prodotto da Al Kooper e registrato da un super gruppo composto da Bob Dylan, Mick Jagger, John Lennon e Paul McCartney. Ovviamente il disco non esisteva, ma la successiva richiesta da parte del pubblico fu tanto imponente da spingere la Warner Bros a stanziare 15mila dollari, ingaggiare dei musicisti (la Cleanliness And Godliness Skiffle Band di Berkley) per registrare un album basandosi sulla recensione di Marcus. Uscito a fine 1969, il disco vendette oltre 100mila copie nonostante una bruttezza allucinante. “È stato solo un modo per dire: ‘Tutto ciò è davvero stupido, rendiamolo ancora più stupido'”, ha raccontato Marcus qualche anno fa.

Gli Alien Ant Farm e il gioco del ragno

Gli Alien Ant Farm (Foto DAPR/ZUMAPRESS.com)

Diversi membri degli Alien Ant Farm, l’alternative metal band californiana che nel 2001 ebbe successo con una cover di Smooth Criminal di Michael Jackson, passavano il tempo sul loro tour bus con un gioco criminale chiamato “Spider in Waiting”. Quando un membro della band andava nel bagno del bus, un altro si piazzava sul letto abbandonato, si abbassava i pantaloni e posizionava il culo verso il bagno. La vittima mezza addormentata, una volta tornata al suo letto, si ritrovava faccia a faccia con il posteriore del “ragno”. Per fortuna, nessuno stava giocando quando nel 2002 il bus della band ha avuto un incidente – i risultati sarebbero stati non solo tragici, ma piuttosto imbarazzanti.

Sabbath Stupido Sabbath

I Black Sabbath (Foto Ian Dickson/Getty Images)

Nel 1973, i Black Sabbath si rinchiusero nel castello di Clearwell, in Galles, per scrivere il materiale del loro album Sabbath Bloody Sabbath. L’edificio del XVIII secolo era abbastanza inquietante di per sé – Tony Iommi è convinto di aver incontrato un vero e proprio fantasma nei corridoi –, e la band ne approfittò per mettere in piedi una lunga serie di scherzi macabri. Ozzy Osbourne nascose sotto il letto di Tony Iommi un registratore che trasmetteva dei suoni inquietanti; Iommi gettò un manichino dalla finestra del terzo piano mentre Geezer Butler e Bill Ward tornavano al castello; e Butler, Iommi e Ozzy nascosero uno specchio a pochissima distanza dal letto di Ward, poi lo svegliarono e ammirarono la sua faccia terrorizzata di fronte al riflesso. Gli scherzi continuarono a lungo, e alla fine tutti i membri della band erano troppo spaventati per passare la notte nel castello. «Ci siamo spaventati a morte», dirà più avanti Iommi. «Andavamo a casa in macchina la sera, e la mattina dopo tornavamo al castello. Era davvero stupido».

La salsa speciale di Steve Jones

Steve Jones e Glen Matlock (Foto Ray Stevenson/REX/Shutterstock)

In quanto membro più puritano (e borghese) dei Sex Pistols, il bassista originale Greg Matlock era spesso vittima degli abusi del resto della band. Nel suo libro Rotten: No Irish, No Blacks, No Dogs, il frontman John “Johnny Rotten” Lydon sostiene che il chitarrista Steve Jones si masturbava utilizzando delle baguette “farcite” di fegato e acqua calda, e che spesso serviva il “sandwich” all’ignaro Matlock, che lo mangiava senza pensarci due volte. «Mi ricordo che adorava quanto il pane fosse diventato soffice», ha detto Lydon.

Sbronzi coi Ramones

Da sinistra, Johnny Rotten e i Ramones (Foto Virginia Turbett/Getty Images, Michael Ochs Archives/Getty Images)

John Lydon si ritrovò dall’altra parte dello scherzo il 4 luglio 1976, quando si ritrovò nel backstage del Roundhouse di Londra per incontrare i Ramones, freschi della loro prima data sul territorio britannico. «I Ramones mettevano sempre qualche goccia di pipì in quello che offrivano agli ospiti, era il loro piccolo scherzo», ha detto Dee Dee Ramone a Legs McNeil e Gillian McCain per il libro Please Kill Me. «Johnny Ramone fu molto carino con Johnny Rotten. Gli ha stretto la mano, dato una pacca sulla spalla e poi gli ha offerto una birra. Ah ah ah». Pare che Rotten se la sia bevuta in un sorso solo.

Kiss vs. Rush

Da sinistra, i Kiss e i Rush (Foto Michael Ochs Archives/Getty Images, Fin Costello/Getty Images)

È piuttosto comune che due band si facciano qualche scherzo durante l’ultimo concerto di un lungo tour condiviso. Ma l’epica battaglia del 7 giugno 1975 tra Kiss e Rush fu particolarmente sudicia. Secondo il libro Nothing to Lose di Ken Sharp, i membri dei Kiss aprirono le danze invadendo il palco durante l’ultima canzone del set dei Rush, per tirare in faccia agli ignari Geddy Lee, Alex Lifeson e Neil Peart torte alla crema, bastoncini di formaggio e stelle filanti. Il palco diventò così scivoloso che gli strumenti diventarono impossibili da suonare, e Lee rischiò di cadere diverse volte. I Rush risposero piazzando del formaggio Limburger di fronte a tutti i fan dei Kiss, così da rendere le prime file particolarmente puzzolenti. Poi, vestiti da Nativi Americani, Lee, Lifeson e Pearl tornarono sul palco per tirare torte alla crema – e frecce di gomma – ai Kiss. «Ci siamo vendicati», ha detto Lifeson. «Ma se la nostra era una piccola battaglia, quella dei Kiss era la vera guerra. Ci hanno annientato».

I pulcini di Zio Cash

Al centro, Johnny Cash (Foto Elmer Williams/Getty Images)

Nonostante la sua immagine da sobrio Man in Black, Johnny Cash era un diavolo di casinista nei suoi primi anni di carriera, specie se sotto l’effetto di anfetamine. Cash e i suoi due soci dei Tennessee Three, Marshall Grant e Luther Perkins, amavano infilare bombe carta negli sciacquoni dei cessi degli hotel e poi tirare l’acqua, oppure lanciare fuori dalla finestra degli alberghi intere televisioni. Ma durante una visita a Omaha, Nebraska negli ultimi anni Cinquanta, i tre si rivelarono più creativi che mai. Dopo aver acquistato 500 pulcini in un allevamento locale, tornarono all’hotel e ne liberarono cento per ognuno dei cinque piani dell’edificio.

George Harrison frega Phil Collins

Da sinistra George Harrison e Phil Collins (Foto Tony Buckingham/Getty Images, Dave Benett/Getty Images)

Il batterista dei Genesis Phil Collins, ancora teenager, suonò le conga nelle registrazioni per il triplo album di George Harrison del ’70 All Things Must Pass, nonostante poi il suo contributo non finì nel mix finale. Nel 2001, poco prima della morte, Harrison inviò a Collins un nuovo mix che sosteneva comprendere anche il contributo di Collins alle conga. «Ho pensato: “Ommioddio, suona di merda!”» ha raccontato Collins qualche anno fa. La schifosissima esecuzione di conga era in realtà opera del percussionista Ray Cooper, che era stato istruito specificamente da Harrison per suonare male sulla traccia. «Non potevo credere che un Beatle avesse speso così tanto tempo per uno scherzo diretto a me», ha detto Collins.

L’incidente di Bob Dylan

Bob Dylan (Foto John Byrne Cooke)

Mentre è comprovato che Bob Dylan abbia avuto per davvero un incidente in moto a Woodstock, New York, la mattina del 29 luglio 1966, la vera natura delle ferite è stata oggetto di speculazioni per almeno 50 anni. Le voci davano il cantante quasi in fin di vita dopo il sinistro, o comunque danneggiato in modo permanente al cervello. Dylan stesso ha dichiarato a più riprese di aver sofferto di una frattura da una a sette vertebre, anche se pare che si rivolse a un medico locale dopo l’impatto anziché a un vicino ospedale. Qualsiasi cosa sia successa, è chiaro che l’incidente offrì a Dylan una scusa conveniente per fuggire dal frenetico vortice della fama e ritirarsi almeno per qualche anno a vita privata. Eppure, il cantautore ancora oggi cambia la storia. In una delle ultime versioni rilasciate a Rolling Stone nel 2012, Dylan ha dichiarato di essere stato “trasfigurato” dall’incidente, che in qualche modo era legato al fatale incidente che coinvolse nel ’64 un Hell’s Angel di nome Bobby Zimmerman.

Il sabotaggio di Sharon Osbourne agli Iron Maiden

Da sinistra, Bruce Dickinson e Sharon Osbourne (Foto Karl Walter/Getty Images, Michael Caulfield Archive/Getty Images)

La performance con cui gli Iron Maiden chiusero l’OzzFest del 2005 fu davvero dura: le leggende britanniche del metal furono tempestate di uova, con il concerto di un’ora allo Hyundai Pavilion di San Bernardino in California ripetutamente interrotto da invasori di palco. Alla fine si rivelò tutto uno scherzo ideato dalla crew di Ozzy, con Sharon Osbourne che salì sul palco, dando del “cazzone” al frontman dei Maiden, Bruce Dickinson, accusandolo di aver mancato di rispetto a Ozzy e allo OzzFest durante alcune interviste rilasciate in passato alla stampa. Purtroppo per Sharon, la stampa se la prese più con lei che con i Maiden, dato che i testimoni rimasero impressionati dalla performance orgogliosa della band nonostante il lancio di uova.

I Tool Online

Maynard James Keenan (Foto Martin Philbey/Redferns)

I Tool non hanno pubblicato nessun album da 10,000 Days del 2006, il che significa migliaia di fan alla disperata ricerca di qualsiasi nuovo brano della band – e quindi particolarmente suscettibili a scherzi come quello ideato da Maynard James Keenan e soci il primo aprile del 2015, quando annunciarono su Facebook che qualcuno aveva messo su Internet alcuni demo inediti senza il loro consenso, aggiungendo anche di essere loro stessi gli artefici del leak. Il post conteneva anche due link di YouTube – rispettivamente intitolati Tool Leak e The Other – chiedendo ai fan di confrontare i due lavori “praticamente identici”. Naturalmente, entrambi i brani si rivelarono estratti da El Sonidito (El Ruidito), una hit del 2009 dei messicani Hechizeros Band. I fan caduti nello scherzo rimasero parecchio delusi, ma poterono solamente dare la colpa a loro stessi per non aver notato l’hashtag #marchthirtysecond (32 di marzo) incluso dentro il post.

La grande bufala del grunge


Il grunge era uno dei generi più in voga nel 1992 – e sull’onda del sorprendente successo di Nevermind dei Nirvana, i media mainstream si precipitarono a Seattle, sperando di raccogliere qualche scoop su questo nuovo “fenomeno pop”. Il New York Times non fece eccezioni; a novembre il giornale pubblicò un articolo intitolato Grunge: la storia di un successo, in cui era incluso anche una sorta di vocabolario dello slang utilizzato nel grunge, che includeva termini come “Lamestain” (o persona non cool), “Harsh Realm” (sfortuna) e “Swingin’ on the Flippity-Flop” (uscire). Sfortunatamente per il magazine, l’intero lessico riportato si rivelò frutto di uno scherzo; successivamente, infatti, venne fuori che tutti i termini erano stati inventati su due piedi da un receptionist della Sub Pop Records – che, come molti della scena di Seattle, era stanco di tutte le attenzioni esterne che improvvisamente avevano sommerso la città.

Paul is dead


La più illustre tra tutte le cospirazioni del rock, il rumor indomabile che racconta della morte di Paul McCartney in un incidente d’auto nel 1966 – con la morte di Macca insabbiata dai Beatles – per quasi mezzo secolo ha impegnato i fan dei Fab Four alla disperata ricerca di qualsivoglia indizio all’interno della discografia della band. Tuttavia, l’articolo da cui tutto partì, apparso in prima pagina sul Michigan Daily il 14 ottobre del 1969 – poi ripreso da tutti i giornali statunitensi, compresi Time e Life – era frutto di uno scherzo ideato da Fred LaBour, uno studente dell’Università del Michigan. LaBour, inizialmente incaricato di fare una recensione di Abbey Road per il giornale, scrisse l’articolo come una parodia delle chiamate del pubblico riguardo la “morte” di McCartney andate in onda su una radio di Detroit. Degli oltre venti indizi presentati nell’articolo di LaBour, molti furono inventati per l’occasione dal giornalista, ma sono tuttora vivi e vegeti – come d’altronde lo stesso McCartney.