Coppie da film: Noah Baumbach e Greta Gerwig | Rolling Stone Italia
Interviste

Coppie da film: Noah Baumbach e Greta Gerwig

Sul set come nella vita, sono inseparabili. La loro ultima creazione è "Mistress America", una commedia indie che mette a confronto due donne e due generazioni

Un'immagine da "Mistress America", con Greta Gerwig e Lola Kirke

Un'immagine da "Mistress America", con Greta Gerwig e Lola Kirke

Gilbert & George, Kahlo & Rivera, Homer & Marge, Bibì & Bibò. Idem per Greta Gerwig e Noah Baumbach, coppia sul set e nella vita. Lei 32 anni, nata a Sacramento, musa del cinema americano indipendente e donna dai molti talenti: scrive, recita, produce, dirige, canta e balla, ama la filosofia e le poesie di Nâzım Hikmet. Lui 46 anni, nato a Brooklyn, ex marito di Jennifer Jason Leigh, stretto amico di Wes Anderson: scrive, recita, produce, dirige, scrive canzoni, pezzi comici per il New Yorker, e vede la vita come un film. Si conoscono sul set di Lo stravagante mondo di Greenberg (film del 2010 con Ben Stiller) e iniziano a collaborare insieme. Il loro primo film – Frances Ha (2012) – è successo internazionale, nomina Golden Globe, BAFTA e Independent Spirit Award. L’ultima collaborazione, Mistress America – nei cinema italiani il 14 aprile. È una commedia indie, che segue la relazione caotica, sognatrice e metropolitana tra Tracy (Lola Kirke) e Brooke (Gerwig), due donne in cerca di loro stesse. Tralasciando le masturbazioni mentali rohmeriane dell’intellighenzia culturale e del settore, Mistress America è una figata di film, dove vengono messe a confronto due donne e due generazioni, con punte d’ilarità massima nei faccia-a-faccia-d’innamoramento tra Brooke-Gerwig (che per vivere fa la decorator, manager, scrittrice, dj, insegnante di spinning, app developer, poetessa, cantante, autodidatta e maître) & Tracy-Kirke (scellerata e ingenua rappresentante dei millennials), e poi nei confronti verbali in cui entrambe le donne vengono messe a nudo (peccato non letteralmente) da menzogne, colpe e sogni irrealizzabili. Non fate gli intellettuali please, mollate gli stereotipi sociali e non ricercate a tutti i costi Woody Allen, e riuscirete anche a ridere.

Scrivete, vivete, lavorate: tutto sempre insieme. Come evolve il vostro processo creativo?
Gervig Parliamo, passeggiamo, discutiamo. Una volta che abbiamo un’idea dei personaggi, passiamo ai dialoghi, dialoghi che poi, quando iniziamo a girare, vogliamo siano recitati come sono scritti. Da attrice credo che sia molto più liberatorio seguire dialoghi già scritti: l’improvvisazione non viene naturale a tutti, anzi spesso è un fardello. Credo anche che sia pretenzioso chiedere a un attore di inventarsi al momento i propri dialoghi, e poi fingere che siano esattamente quelli che vorresti tu come regista.
Baumbach Nei nostri film non abbiamo mai cambiato un dialogo, non abbiamo mai aggiustato una battuta per nessun attore. Gli attori che scegliamo fanno parte del cast proprio perché sono bravi nel recitare seguendo uno script. Greta passa mesi a perfezionare una sceneggiatura, secondo noi è importante rispettare il lavoro di uno scrittore.

Come si arriva alla scrittura di un dialogo perfetto?
Gerwig Per me è impossibile far parlare qualcuno se non lo conosco. Ho bisogno di sapere chi è quella persona, cosa gli piace, conoscere il suo passato. Solo così posso fargli dire cose rilevanti e, soprattutto, sapere cosa vuol fare e dove vuole andare. Scopri chi sono da quello che fanno e quello che fanno da chi sono, e a quel punto crescono insieme.
Baumbach Greta e io lavoriamo bene insieme, perché entrambi abbiamo bisogno di – come si dice qui da noi – throw shit at the wall, buttare tutta la merda sul muro, e vedere quello che rimane attaccato. In genere, quello che rimane attaccato piace a entrambi (Ride). Quando lavoriamo su un progetto, viviamo mesi e mesi di discussioni, ricerca, scoperte, continui scambi di opinioni, insomma un processo molto intenso, ma del quale non possiamo fare a meno.

“Quando lavoriamo su un progetto, viviamo mesi e mesi di discussioni, ricerca, scoperte”

Parliamo di Mistress America: com’è nata Brooke?
Baumbach Prima di Brooke, è nata Greta, che a sua volta si è trasformata in una donna complessa capace di creare personalità diverse!
Gerwig Brooke era un personaggio minore che faceva parte di una storia che avevo scritto quando ancora frequentavo l’università. Dopo aver finito Frances Ha, avevamo voglia di fare un altro film insieme e quindi abbiamo iniziato a spulciare tra i nostri materiali. Quando ho descritto Brooke a Noah, l’ha trovata irresistibile e ha deciso di farla crescere.
Baumbach Ho sempre visto Brooke come un lampo, una meteora, una di quelle persone che compare nella tua vita per un arco di tempo limitato, qualcuno che conosci e, dopo poco, scompare. La relazione tra Brooke e Tracy è melanconica anche perché temporanea. Si vogliono bene, si rispettano, ma entrambe hanno le proprie convinzioni, nessuna delle due darà mai ragione all’altra. È una relazione destinata a finire.

Frances Ha e Brooke: donne fisicamente vitali, libere, emotive, che prendono spazio sullo schermo. Quanto sono vicine alla vostra vita?
Gerwig Molto vicine. Mi piacciono le donne imponenti, in tutti i sensi. Proprio perché hanno una personalità importante ed esuberante, rispetto la scelta cinematografica di Noah: raramente fa dei primi piani stretti, come me preferisce le inquadrature a campo medio, dove non si focalizza solo sul viso, ma su tutto il corpo.
Baumbach Greta ha una straordinaria fisicità, sarebbe un peccato non utilizzarla sullo schermo. Ama ballare, e in effetti ha ballato per la maggior parte della proprio vita. Gli attori come Greta hanno bisogno di spazio, non vogliono essere costretti a recitare in una scatola o tra regole strette. Prendi invece Fred Astaire: lui voleva sempre essere inquadrato partendo dalla testa e scendendo fino ai piedi: ecco come segui i movimenti della sua danza.

La musica nel film sa di anni ’80, idem il look di Brooke. Come mai proprio quel decennio?
Baumbach Brooke vive in un’altra era, si veste come nessuno si vestirebbe in questo decennio. Vive a Times Square, dove non abita nessuno! Non fa parte del mondo di oggi. Ecco perché ci siamo ispirati agli anni ’80, ascoltando molta musica di quegli anni, New Order, OMD, Joy Division, Depeche Mode, Level 42, Erasure. Sia Greta che io amiamo alla follia i film di quel periodo: Fuori orario, Qualcosa di travolgente, Cercasi Susan disperatamente. Erano gli anni del reaganismo, tutti volevano ribellarsi, essere artisti…
Gerwig Ho sempre amato Breakfast Club di John Hughes, Bella in rosa e tutti i film di quel periodo. Erano romantici, adolescenziali… ragazzi che corteggiavano ragazze e noi, piccole donne nel pubblico, sognavamo. Flirting, con Nicole Kidman e Thandie Newton, è stato un altro film fondamentale per me: era la vita che avrei voluto avere alla loro età.

I film preferiti con cui siete cresciuti?
Baumbach I miei genitori sono veri cinefili. Adorano i film europei, perché per loro il cinema non è solo intrattenimento, ma arte pura. Da ragazzino mi piacevano i film dove si parlava di sesso, perché per me il cinema era sinonimo di trasgressione. Al liceo, poi, ho iniziato ad apprezzare le commedie degli anni ’30 e ’40, Ernst Lubitsch, George Cukor, Frank Capra, Howard Hawks e Billy Wilder.
Gerwig Ho sempre saputo che sarei diventata un’artista, mi piacevano teatro e pittura, apprezzavo molto gli artisti concettuali e la danza contemporanea. Il cinema, invece, lo trovavo troppo impegnativo, facevo fatica a stare seduta due ore davanti a uno schermo. Poi all’università ho scoperto Woody Allen e Mel Brooks: mi sono sentita a casa. E ho capito quello che volevo dalla vita.

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